Un carico di esplosivo ad alta potenzialità, trasportato come fosse merce qualunque, pronto a trasformarsi in un pericolo concreto per chiunque. È quanto hanno intercettato gli agenti della Polizia di Stato nel corso di un controllo straordinario del territorio nel comune di Santa Venerina, in provincia di Catania, culminato con l’arresto di tre uomini del posto.
L’operazione è stata condotta dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Catania, con il supporto della Squadra Artificieri, nell’ambito delle attività mirate a contrastare la compravendita illegale di fuochi d’artificio, intensificate in questo periodo dell’anno. A finire in manette due fratelli di 25 e 29 anni, parenti della titolare di una fabbrica di artifici pirotecnici, e un operaio di 28 anni, tutti accusati di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di manufatti esplosivi.
Il controllo e il sequestro – Gli artificieri hanno fermato un furgone sospetto, condotto da uno dei due fratelli, con a bordo gli altri due arrestati. All’interno del mezzo sono state rinvenute alcune decine di artifizi pirotecnici professionali, completi di mortai per il lancio, per un peso complessivo di oltre 220 chilogrammi netti di esplosivo. Si tratta di ordigni con una capacità offensiva particolarmente elevata, ben diversa da quella dei comuni fuochi d’artificio commerciali: nei prodotti professionali la quantità di polvere da sparo è notevolmente superiore, mentre il confezionamento è ridotto al minimo proprio per consentire proiezioni ad altezze maggiori.
La versione fornita e le verifiche – Alla richiesta di chiarimenti da parte dei poliziotti, i tre hanno riferito di dover allestire uno spettacolo pirotecnico per le proprie famiglie e per i vicini di casa, una spiegazione ritenuta poco credibile anche alla luce dei costi di produzione del materiale sequestrato. Dagli accertamenti è emerso che i due fratelli erano in possesso del patentino da fochino, ma gli artifizi risultavano privi di etichette utili ad attestarne provenienza e tracciabilità. Per questo motivo sono stati considerati di produzione illegale, realizzati in violazione delle norme di settore e dunque clandestinamente. Durante il controllo, i tre hanno dichiarato di aver reperito il materiale da conoscenti, escludendo che fosse stato confezionato nella fabbrica di famiglia. Gli specialisti della Squadra Artificieri hanno sottoposto gli ordigni a verifiche tecniche, confermandone l’elevata pericolosità.
Il rischio per la pubblica incolumità – La condotta è stata ritenuta particolarmente grave anche in considerazione delle competenze specifiche dei soggetti coinvolti. Il trasporto e l’eventuale utilizzo di quel materiale, senza le prescritte misure di sicurezza, avrebbe potuto mettere seriamente a rischio la pubblica incolumità. Le leggi di pubblica sicurezza prevedono infatti la presenza di addetti specializzati e di un servizio di ordine pubblico in caso di spettacoli pirotecnici, proprio per prevenire incidenti.
I provvedimenti – Il pubblico ministero ha disposto la traduzione dei tre arrestati in carcere, dove restano in attesa del giudizio di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari. L’operazione, secondo quanto evidenziato dalla Questura di Catania, ha consentito di neutralizzare il pericolo alla radice, impedendo che un ingente quantitativo di esplosivo finisse in un contesto privo di qualsiasi garanzia di sicurezza. IN ALTO IL VIDEO

