Giustizia, ok della Camera alla separazione delle carriere: bagarre in Aula

di Redazione

Con 243 voti favorevoli e 109 contrari, la Camera ha approvato in terza lettura il disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere. Il provvedimento ha raggiunto la maggioranza assoluta, permettendo così all’iter di proseguire verso il Senato, ma non i due terzi necessari per evitare il referendum confermativo. Subito dopo il voto, l’Aula di Montecitorio è stata teatro di tensioni, con le opposizioni che hanno protestato contro gli applausi dai banchi del governo, costringendo il presidente di turno Sergio Costa a sospendere temporaneamente la seduta.

Proteste e sospensione – L’episodio ha visto alcuni parlamentari delle opposizioni avvicinarsi ai banchi dell’esecutivo. Nonostante i richiami alla calma rivolti sia al governo che ai deputati di maggioranza e opposizione, la confusione è proseguita, rendendo inevitabile lo stop ai lavori. Alla ripresa, le minoranze hanno ribadito le critiche alle esultanze del governo e chiesto comunicazioni sull’evoluzione della crisi a Gaza. In Aula erano presenti i ministri Giancarlo Giorgetti, Tommaso Foti, Eugenia Roccella, Antonio Tajani, Carlo Nordio e Francesco Paolo Sisto.

Meloni: “Riforma storica” – “Con l’approvazione in terza lettura alla Camera dei deputati, portiamo avanti il percorso della riforma della giustizia. Continueremo a lavorare per dare all’Italia e agli italiani un sistema giudiziario sempre più efficiente e trasparente. In attesa dell’ultimo ok da parte del Senato, avanti con determinazione per consegnare alla Nazione una riforma storica e attesa da anni”, ha scritto su X il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Nordio: “Bellissima giornata” – Con toni più leggeri, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha commentato: “Per chi ritiene che sia dedito all’alcolismo, vado a festeggiare questa bellissima giornata con uno spritz”. Lo stesso Nordio ha poi definito le contestazioni delle opposizioni come “una diversione per annacquare l’amarezza della sconfitta”. “Noi non abbiamo affatto applaudito – ha spiegato – è normale che di fronte alla vittoria, che non va vissuta come una sconfitta della magistratura e tanto meno come una umiliazione della magistratura a cui mi sento ancora di appartenere, un certo entusiasmo per una maggioranza schiacciante che penso sarà confermata anche con il referendum, sia più che normale”.

Tajani: “Pronti per il referendum” – In Transatlantico, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha guardato già al prossimo passaggio: “Ora c’è il referendum, siamo pronti a fare la campagna elettorale. C’è già il risultato del referendum fatto da Craxi che ottenne un risultato lusinghiero”.

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