Riciclo, Salvestrini (Polieco): “Crisi del comparto epilogo annunciato”

di Redazione
“Ben venga ogni presa di posizione che possa rafforzare l’impegno per la tutela del comparto del riciclo. Il grido d’allarme lanciato dall’associazione Assorimap che chiede “l’istituzione di un Tavolo Istituzionale Permanente per il riciclo meccanico delle plastiche, indispensabile per evitare la chiusura delle attività” si allinea al cammino che da anni abbiamo intrapreso per essere al fianco delle imprese del settore”.  Così Claudia Salvestrini, direttrice generale del Consorzio nazionale dei rifiuti dei beni in polietilene Polieco, commenta l’appello lanciato da Assorimap al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Fratin Pichetto affinchè vengano promosse azioni in favore di una filiera che, come sottolinea la stessa Associazione, conta complessivamente oltre 350 imprese, impiega più di 10mila addetti e dispone di una capacità installata di riciclo pari a 1 milione 800mila tonnellate.
“La crisi del riciclo è stata determinata dall’assenza di una visione politica lungimirante che non ha consentito di prevenire cattive prassi nella gestione dei rifiuti. Aver puntato su una raccolta di rifiuti basata sulla quantità e non sulla qualità è stato deleterio e questo – sottolinea Salvestrini – lo diciamo ormai da tempo”.
Il consorzio Polieco, che nella sua mission ha il monitoraggio della tracciabilità dei rifiuti dei beni in polietilene, fin dai primi anni Duemila, ha denunciato e segnalato alle Autorità competenti l’esistenza di flussI, rivelatisi illegali, verso Paesi esteri. “Forse, la nostra azione sarebbe stata maggiormente incisiva se fossimo stati affiancati con più vigore proprio da chi avrebbe dovuto rappresentare il settore e invece –  incalza la direttrice – troppe volte siamo stati voce fuori dal coro nel segnalare le esportazioni dei rifiuti prodotti in Italia destinati a impianti esteri, spesso inesistenti o inadeguati, con la conseguenza di ingenti quantità sottratte al circuito del riciclo: se sul fenomeno si sono accesi i riflettori, lo si deve soprattutto al lavoro dei giornalisti investigativi e di una politica europea più vicina alle esigenze del comparto”.
Dinanzi a una crisi così evidente, Salvestrini si chiede come questa possa essere conciliabile “con le altissime percentuali di riciclo puntualmente presentate come modello d’eccellenza”: “C’è evidentemente da riflettere sull’attendibilità dei numeri e sulla necessità di certificare i dati. Se la miopia politica – conclude Salvestrini – ha demotivato gli imprenditori che non hanno più investito in nuove tecnologie, adesso è arrivato il momento di cambiare rotta con investimenti nell’innovazione e condizioni che rendano concorrenziali le imprese italiane del riciclo”.
Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico