Una colonna di fumo denso, i resti carbonizzati di un aereo e un silenzio rotto solo dalle sirene delle ambulanze: è il tragico scenario che si è presentato a Meghani Nagar, quartiere residenziale di Ahmedabad, dove nel primo pomeriggio di oggi un aereo passeggeri della compagnia Air India è precipitato pochi minuti dopo il decollo, schiantandosi su un dormitorio per medici. A bordo del volo AI171, un Boeing 787-8 Dreamliner diretto all’aeroporto di Londra Gatwick, viaggiavano 242 persone: 230 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio.
Secondo il bilancio provvisorio diffuso dall’emittente News18 e confermato dalla Direzione generale dell’Aviazione civile indiana (Dgca), le vittime sarebbero almeno 133. Le operazioni di soccorso sono ancora in corso e il numero dei morti potrebbe aumentare. Non si conosce, al momento, il numero preciso delle eventuali vittime tra gli abitanti della zona colpita.
Il velivolo aveva lasciato la pista dell’aeroporto internazionale “Sardar Vallabhbhai Patel” di Ahmedabad alle ore 13.38 locali (le 10.38 in Italia), quando, a un’altitudine di circa 625 piedi – poco meno di 200 metri – ha improvvisamente interrotto i contatti con la torre di controllo. Prima dello schianto, i piloti avevano inviato un segnale di soccorso. Poi, il silenzio.
La Dgca ha precisato che ai comandi c’era il capitano Sumeet Sabharwal, ex tenente di vascello con 8.200 ore di volo, affiancato dal primo ufficiale Clive Kundar. A bordo viaggiavano 159 cittadini indiani, 53 britannici, 7 portoghesi e un canadese. Tra i passeggeri anche Vijay Rupani, ex primo ministro del Gujarat, sopravvissuto all’impatto secondo i media locali.
Le testimonianze – Il boato è stato udito in tutta la zona nord-est della città. Le immagini trasmesse dalle emittenti locali mostrano edifici in fiamme, ambulanze che si fanno largo tra le strade bloccate, residenti che filmano con i telefoni e cercano tra le macerie. Un alto ufficiale di polizia, citato dall’agenzia Ani, ha riferito che gli agenti sono arrivati sul luogo del disastro entro tre minuti dall’allarme. “Il 70-80% dell’area è stato già sgomberato”, ha aggiunto. Il governo del Gujarat ha proclamato lo stato di emergenza, mentre l’aeroporto di Ahmedabad è stato chiuso fino a nuovo ordine. Tutti i voli sono stati sospesi. Le autorità locali hanno allertato i servizi di emergenza in tutta la regione.
Il dolore dei leader e la reazione di Boeing – “La tragedia di Ahmedabad ci ha sconvolti e rattristati. È straziante e non ci sono parole per descriverla”, ha dichiarato su X il primo ministro indiano Narendra Modi, aggiungendo di essere “in contatto con i ministri e le autorità che stanno lavorando per assistere le persone colpite”. Dall’Inghilterra è arrivato il cordoglio del primo ministro Keir Starmer: “Le scene che emergono dell’aereo precipitato con tanti cittadini britannici a bordo sono devastanti. I miei pensieri vanno ai passeggeri e alle loro famiglie in momenti di profonda angoscia”. Il presidente di Air India, Natarajan Chandrasekaran, in una nota ufficiale ha parlato di “evento devastante” e ha assicurato che “la nostra priorità è fornire assistenza a tutte le persone coinvolte e alle loro famiglie”. La compagnia, parte del gruppo Tata, ha attivato un centro di emergenza e squadre di supporto per i familiari delle vittime. La Boeing, costruttrice del 787 Dreamliner coinvolto, ha rilasciato un comunicato interlocutorio: “Siamo al corrente delle notizie iniziali e stiamo lavorando per raccogliere più informazioni”. Proprio sul sito ufficiale, Boeing definisce il 787 “il widebody più venduto di sempre”, capace in meno di 14 anni di trasportare oltre un miliardo di passeggeri. Un dato che oggi contrasta tragicamente con il disastro di Ahmedabad.
Nessun italiano coinvolto – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rassicurato che non ci sono italiani tra le vittime: “Abbiamo fatto dei riscontri, non risultano esserci italiani nella lista dei passeggeri. Anche gli iscritti a Viaggiare Sicuri sono stati tutti contattati”, ha dichiarato. Un connazionale residente vicino all’aeroporto ha assistito all’incidente ma risulta illeso.