Napoli – È stato raggiunto e ucciso a colpi di pistola in pieno giorno, nel quartiere Barra di Napoli, il 26enne Salvatore Borriello, ferito in strada e dichiarato morto poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso dell’ospedale del Mare. L’omicidio è avvenuto intorno alle ore 12.30 e porta ancora una volta l’attenzione sulla violenza armata che attraversa l’area orientale del capoluogo campano.
L’agguato in via Suor Maria della Passione Beata – Secondo una prima ricostruzione, il giovane si trovava in via Suor Maria della Passione Beata, nelle vicinanze del corso Sirena, quando è stato avvicinato da alcuni uomini giunti in sella a uno scooter. I sicari gli avrebbero esploso contro diversi colpi di pistola mentre era da solo, colpendolo in particolare al torace e all’addome. Qualcuno ha chiamato il 118 e la polizia e sul posto sono intervenuti sanitari e pattuglie in pochi minuti. La corsa in ambulanza all’ospedale del Mare, però, si è rivelata inutile: le ferite riportate erano troppo gravi e il decesso è stato dichiarato poco dopo l’arrivo nel nosocomio partenopeo.
Le indagini della polizia – Le indagini sono affidate agli agenti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e della squadra mobile della questura, intervenuti dapprima in ospedale e poi sul luogo indicato come teatro dell’agguato. La dinamica è ancora in fase di ricostruzione: gli investigatori stanno acquisendo le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona e raccogliendo le testimonianze di chi potrebbe aver assistito alla scena. Al momento, il movente resta da chiarire, ma la modalità dell’esecuzione fa propendere per una matrice legata agli equilibri criminali del territorio.
Precedenti e legami con gli ambienti della droga – Il nome di Borriello era già noto alle forze dell’ordine. Il 26enne aveva precedenti per droga e reati contro il patrimonio e, in passato, era stato denunciato anche per resistenza a pubblico ufficiale e reati associativi. Non risultavano, invece, precedenti specifici per camorra, ma il giovane era indicato come frequentatore di ambienti del quartiere collegati allo spaccio di stupefacenti. Nel 2021 era stato arrestato insieme con un amico più grande dopo un inseguimento in via Marghieri: addosso, tra i due, furono trovate complessivamente una quindicina di dosi di hashish.
L’agguato fallito del 2021 e il clan Aprea – Quattro anni fa, nell’aprile del 2021, il suo nome era già finito al centro di un’inchiesta su un agguato armato consumato sempre a Barra. Secondo le ricostruzioni investigative, Borriello sarebbe stato il bersaglio designato di una spedizione di fuoco in via Serino, realizzata da un commando riconducibile al clan Aprea. In quell’occasione il 21enne riuscì a salvarsi, ma l’azione armata provocò il ferimento di una ragazza di 25 anni, completamente estranea a contesti criminali, colpita a un piede mentre passeggiava con il fidanzato. Per quell’episodio furono arrestati quattro giovani ritenuti legati al gruppo del corso Sirena: il fermo venne convalidato dal gip, che dispose la custodia cautelare in carcere. In seguito il Tribunale del Riesame fece cadere la contestazione del tentato omicidio, accogliendo le tesi difensive, lasciando però in piedi altri capi d’imputazione. Ora gli investigatori devono capire se l’omicidio di oggi si inserisca nella stessa scia di tensioni che, negli anni scorsi, ha visto Barra e l’area orientale di Napoli teatro di agguati e regolamenti di conti.

