Acerra, l’imprenditore Clemente Marzullo ucciso a colpi di pistola in Colombia

di Redazione

Cinque colpi esplosi a bruciapelo in una strada di Cali, in Colombia, hanno spezzato la vita di Clemente Marzullo, 47 anni, imprenditore originario di Acerra, nel Napoletano, ucciso mentre stava scaricando merce dal suo furgone in un quartiere residenziale e commerciale della zona sud della metropoli sudamericana. L’ennesimo fatto di sangue che coinvolge un italiano in America Latina, consumato in pochi secondi e con modalità che richiamano una vera e propria esecuzione.

L’agguato a Cali – L’omicidio è avvenuto martedì scorso, nel quartiere El Limonar, area residenziale e commerciale della parte sud di Cali. Marzullo si trovava fra Carrera 65 e la 9ª strada, intento a scaricare generi alimentari dal proprio veicolo, quando due uomini armati si sarebbero avvicinati e, senza lasciargli il tempo di reagire, avrebbero aperto il fuoco a distanza ravvicinata. L’imprenditore è stato raggiunto da cinque colpi d’arma da fuoco. I sicari sono poi fuggiti a bordo di una moto, facendo perdere le proprie tracce. Alcuni passanti hanno tentato di soccorrerlo e l’uomo è stato trasportato d’urgenza in un centro medico della zona sud della città, dove è deceduto poco dopo il ricovero a causa delle gravissime ferite riportate. Nelle stesse 24 ore, a Cali, si sarebbero registrati altri sette omicidi, per un totale di otto uccisioni.

Dal basket alla scelta di ripartire in Colombia – La storia di Marzullo è quella di un uomo che aveva già vissuto più vite. In gioventù era stato una promessa del basket: negli anni ’90 aveva indossato la maglia della Juvecaserta, talento naturale e grande determinazione in campo, prima di lasciare la pallacanestro in modo discreto, proprio come era nel suo carattere. Poi il lavoro, la scelta di seguire la strada di famiglia nel commercio di abbigliamento e pelletteria, e infine il salto oltre oceano. Circa dieci anni fa aveva deciso di trasferirsi a Cali per costruire un nuovo percorso professionale: import-export di abbigliamento, attività nel settore immobiliare, commercio internazionale. Si era integrato nella realtà locale, lavorava molto, tornava spesso in Italia ma aveva ormai fatto dell’America Latina la sua seconda casa. In Colombia aveva anche messo su famiglia.

Le radici ad Acerra e il ricordo in città – Ad Acerra, dove la notizia è rimbalzata in poche ore, la morte di Marzullo è stata accolta come uno schiaffo improvviso. Qui l’imprenditore aveva radici profonde: la famiglia era originaria della zona di via San Francesco d’Assisi, il padre gestiva una fabbrica di pelletteria e abbigliamento e aveva trasmesso al figlio il mestiere di venditore, specializzato nella commercializzazione di camicie e prodotti di pelletteria. Nella città alle porte di Napoli, chi lo ha conosciuto lo descrive come un uomo riservato, che lavorava senza clamore e che aveva scelto la Colombia per dare una svolta alla propria vita. «Era un ragazzo timido, un bravo giovane». dicono ancora ad Acerra, dove vivono la madre e la sorella.

La denuncia in caserma e l’inchiesta giudiziaria – I familiari, appreso dell’omicidio, si sono rivolti subito alle forze dell’ordine. La sorella di Marzullo, residente ad Acerra, si è presentata nella locale stazione dei carabinieri per sporgere una denuncia formale sulla vicenda. La polizia di Stato, dalla Questura di Napoli, ha confermato l’agguato e l’uccisione dell’imprenditore. L’indagine italiana è ora nelle mani della procura di Roma, competente sui reati commessi all’estero in danno di cittadini italiani.

Le indagini in Colombia e i tanti interrogativi – Anche in Colombia le autorità locali hanno avviato un’inchiesta per chiarire dinamica e movente dell’agguato. Al momento non si esclude alcuna pista: da quella professionale, legata alle attività imprenditoriali che Marzullo portava avanti nel settore immobiliare e nel commercio internazionale, a possibili questioni di natura criminale.

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