Aversa, contatori malfunzionanti: giudice annulla canoni idrici per 20mila euro a condominio

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – 20mila euro di canoni idrici annullati e condanna a 3mila euro di spese di giustizia. Nuova batosta per le casse, già disastrate, del Comune di Aversa. Il giudice Annamaria Buffardo ha dato, infatti, ragione all’ennesimo condominio che ha scelto di non pagare e di ricorrere alla giustizia, il Coggim, rappresentato in giudizio dall’avvocato Fabio Roselli che ha patrocinato numerose cause della stessa tipologia che hanno visto soccombente l’ente guidato dal sindaco Alfonso Golia. Il magistrato del tribunale normanno non ha accolto l’eccezione di prescrizione dei crediti, ma quella del non corretto funzionamento del contatore, come già avvenuto nei giudizi precedenti. In pratica, le otto fatture impugnate avrebbero importi non corrispondenti ai consumi effettivamente erogati.

Il Comune, quindi, è riuscito a dimostrare di aver interrotto più volte il concretizzarsi della prescrizione, ma non ha dimostrato il corretto funzionamento del contatore, incombenza che, per giurisprudenza consolidata, tocca al somministrante, ossia all’Ente. Da qui la decisione del magistrato di annullare le otto fatture per un totale complessivo di poco meno di ventimila euro con la contestuale condanna a tremila euro di spese di giustizia. Piove, insomma, sul bagnato. Con questo filone si rischia di creare un vuoto di poco meno di quattro milioni nel bilancio del Comune di Aversa considerato che l’esazione deve considerarsi abbastanza problematica.

C’è anche da evidenziare che l’amministrazione comunale attuale, così come quella precedente, ha ereditato questa situazione catastrofica nel settore acquedotto che rischia di portare alla bancarotta il bilancio dell’ente. Un ente che ha i conti   in bilico, tanto da non riuscire a mettere in atto una programmazione seria in molti campi causa carenza di liquidità. Non a caso, proprio nell’anno in corso, si è registrato un aumento di poco più del 20% della Tari con la riduzione da tre a due rate per colmare il vuoto della mancata esazione della tassa per la raccolta rifiuti degli anni scorsi per poco più di due milioni di euro (con un buco che è di quattro milioni e duecentomila euro).

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