Turismo a Napoli, Troisi: “Si assumano i giovani formati sul territorio nelle strutture ricettive”

di Redazione

 “Napoli è passata da una città con oltre 50mila operai a una realtà in cui quella dimensione produttiva è stata completamente azzerata, senza che la transizione verso il turismo fosse accompagnata da competenze, strumenti e governo del fenomeno”. È l’analisi di Nicola Troisi, segretario del Movimento Libero e Autonomo, che interviene sul rapporto tra sviluppo turistico, lavoro e formazione professionale nel capoluogo partenopeo, evidenziando criticità “ormai strutturali, che sono purtroppo ogni giorno agli onori della cronaca”.

Secondo Troisi, la scelta di puntare quasi esclusivamente sull’accoglienza e sull’economia turistica, senza una visione integrata, ha prodotto effetti evidenti sulla vita quotidiana dei cittadini. “Abbiamo sotto gli occhi una città sempre più bloccata, con residenti costretti nelle case, quando non già spinti ad andare via, e con un mercato degli affitti fuori controllo. Il centro storico, che per anni aveva retto meglio di altri contesti europei, sta perdendo il commercio di prossimità e la sua funzione sociale”. Una dinamica che, secondo il Movimento, era ampiamente prevedibile. “È ciò che è accaduto in città come Barcellona e Venezia, dove l’assenza di regole e di una visione pubblica ha prodotto centri storici spopolati e sempre meno vivibili. Napoli rischia oggi di imboccare la stessa strada, anzi, probabilmente lo ha già fatto”.

Il segretario del Movimento Libero e Autonomo sottolinea come il problema non sia il turismo in sé, ma la mancanza di un governo del fenomeno capace di tener insieme sviluppo economico, diritti dei residenti e qualità del lavoro. “Se una città decide di puntare sull’accoglienza, deve dotarsi di competenze adeguate, sia nelle figure apicali che nei lavoratori impiegati nei settori strategici. Senza competenze forti, non si governa nulla”. Da qui l’invito a considerare la formazione professionale non come un elemento accessorio, ma come un pilastro delle politiche urbane. “Chiedere formazione a chi viene impiegato non è una pretesa ideologica, ma una condizione minima per garantire qualità del lavoro, legalità e sostenibilità del sistema”.

Troisi porta un esempio concreto legato alle politiche regionali attuate negli ultimi anni. “Con il programma GOL sono stati formati migliaia di addetti alle pulizie ai piani e all’accoglienza, tra Napoli città e provincia. Parliamo di persone che hanno seguito percorsi finanziati con risorse pubbliche, pensati proprio per rispondere ai fabbisogni del mercato del lavoro”. Tuttavia, secondo il Movimento, manca una verifica sull’esito reale di questi percorsi. “La domanda che rivolgiamo all’amministrazione e al futuro assessore è semplice: come stanno lavorando oggi queste persone? Sono state assorbite dal mercato? Sono regolarmente assunte?”. Un interrogativo che si lega direttamente alla crescita incontrollata delle strutture extralberghiere. “I B&B sono aumentati in modo esponenziale, ma chi garantisce i servizi essenziali? Chi li pulisce davvero? Con quali contratti e con quali competenze?”.

Da queste considerazioni nasce una proposta che il Movimento Libero e Autonomo intende porre al centro del dibattito pubblico. “Da un lato serve controllo, dall’altro è necessario legare in modo strutturale il rilascio e il mantenimento delle licenze all’assunzione di personale qualificato. Le licenze non possono essere sganciate dalla qualità del lavoro”. Per Troisi, il principio è chiaro: “Lo Stato ha già investito nella formazione di queste figure professionali. Esiste una domanda potenziale. Solo subordinando le autorizzazioni all’impiego di lavoratori formati si può creare un circuito virtuoso tra turismo, occupazione e sviluppo locale”.

In assenza di questo legame, avverte il segretario del Movimento, il rischio è duplice. “Da un lato un turismo che non produce lavoro stabile e qualificato, dall’altro una città sempre meno abitata dai suoi cittadini, con un progressivo svuotamento sociale ed economico del centro storico”. Una prospettiva che, secondo Troisi, va evitata con scelte politiche nette. “Solo così Napoli può continuare a essere una città vissuta dai napoletani e il turismo può diventare un’opportunità concreta per i giovani e per l’economia del territorio”.

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