Cade l’accusa di peculato a carico dei cinque ex consiglieri regionali della Campania finiti sotto processo per l’utilizzo dei fondi dei gruppi consiliari. La Corte di Appello di Napoli li ha assolti con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, cancellando le condanne inflitte in primo grado a Pasquale De Lucia di San Felice a Cancello, Enrico Fabozzi di Villa Literno, Angela Cortese, Anita Sala e Nicola Marrazzo.
Le condanne di primo grado – Nel precedente grado di giudizio, gli imputati erano stati ritenuti responsabili di essersi appropriati di somme destinate all’attività dei gruppi consiliari, riportando pene superiori ai due anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. In quella stessa sentenza il Tribunale aveva assolto gli altri due ex consiglieri regionali originariamente coinvolti nel procedimento, Corrado Gabriele e Carmine Mocerino.
Le contestazioni della Procura – Secondo la ricostruzione della Procura di Napoli, gli imputati avrebbero impiegato i fondi del Consiglio regionale in maniera distorta, utilizzandoli per finanziare i partiti di riferimento, coprire spese di affitto e, in un caso, sostenere una campagna elettorale. L’autorità giudiziaria aveva passato al setaccio un ingente numero di scontrini e ricevute, relativi alla legislatura 2010-2015, ritenendo che le uscite contestate fossero “certamente estranee alle finalità prescritte”. Proprio su questa base, insieme alle condanne, il Tribunale aveva disposto anche la confisca delle somme – alcune migliaia di euro per ciascun imputato – giudicate indebitamente percepite.
La svolta in Appello – In secondo grado, i giudici hanno invece accolto le argomentazioni dei difensori degli imputati, gli avvocati Mario Griffo, Giuseppe Toraldo e Francesco Benetello, che hanno sostenuto come non si fosse mai concretizzata una condotta penalmente rilevante. Per la Corte di Appello, il reato non si configura e l’utilizzo dei fondi dei gruppi consiliari non integra illecito penale. Il nuovo verdetto ha così ribaltato integralmente la decisione di primo grado, facendo cadere accuse e confische e restituendo ai cinque ex consiglieri regionali una piena assoluzione.

