Aversa, medico aggredito da paziente per un certificato e insultato anche da specialista: paura nello studio del dottor Persico

di Redazione

Aversa (Caserta) – Non si è limitato a protestare. Ha scavalcato la scrivania, lo ha afferrato per la maglia e lo ha insultato mentre altri pazienti erano in attesa. È degenerata così la giornata del dottor Pasquale Persico, medico di famiglia con studio ad Aversa, vittima di un’aggressione verbale e fisica da parte di un assistito che pretendeva la trasmissione telematica di un certificato di malattia.

L’aggressione – L’episodio risale al 28 ottobre scorso. Nella sala d’attesa, piena di persone in fila per visite e vaccinazioni, l’uomo avrebbe cominciato ad urlare contro il medico dopo essersi sentito negare la richiesta di invio online del certificato, già redatto in forma cartacea da un altro specialista. Il rifiuto, motivato da precise ragioni medico-legali, ha acceso la miccia. Secondo la denuncia presentata al commissariato di Polizia di Aversa, il paziente avrebbe perso il controllo: prima gli insulti, poi le minacce, infine l’aggressione fisica.

Insultato al telefono anche dallo specialista – Persico si è visto costretto a interrompere la visita per chiedere spiegazioni direttamente al collega che aveva firmato il certificato. Ma la telefonata, in vivavoce, si è trasformata in un ulteriore momento di violenza verbale: anche lo specialista, invece di chiarire, avrebbe aggredito il medico con pesanti offese. La vittima ha denunciato entrambi.

La denuncia del sindacato – “Si lavora in un clima di crescente paura e pressione. – ha dichiarato il dirigente del sindacato Fials, Salvatore Stabile – Non si può essere ostaggi di chi pretende documenti che non si è tenuti a fare”. Le parole di Stabile fotografano un disagio diffuso tra i medici di base, sempre più esposti a tensioni, richieste indebite e burocrazia.

L’appello dell’Ordine dei Medici – Solidarietà al collega è arrivata anche dal presidente dell’Ordine dei Medici di Caserta, Carlo Manzi: “Gli studi dei medici di base sono diventati avamposti pericolosi, eppure la loro funzione di filtro è essenziale per non ingolfare i Pronto soccorso. Forse si potrebbe risolvere dando vita alle case di comunità”.

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