Il sequestro è scattato all’alba, al termine di una perquisizione mirata. Il centro sociale Askatasuna di Torino, storica realtà dell’area antagonista, è stato sgomberato giovedì mattina dalla Digos della polizia nell’ambito delle indagini sugli assalti alla sede del quotidiano La Stampa, alle Ogr e alla Leonardo, avvenuti durante manifestazioni pro-Palestina.
L’edificio di corso Regina Margherita 47, occupato dal 1996 e considerato uno degli ultimi simboli dell’Autonomia, prende il nome da una parola basca che significa “libertà”. Al momento dell’intervento, al terzo piano della palazzina sono state trovate sei persone che dormivano all’interno.
Il sequestro e l’intervento delle forze dell’ordine – Dopo lo sgombero, sul posto sono arrivati operai incaricati di chiudere gli accessi alla struttura. Alcuni attivisti, accompagnati da un’avvocata, hanno chiesto di poter rientrare per recuperare due gatti e alcuni effetti personali: l’accesso è stato consentito sotto scorta della Digos. Nel frattempo, sulla strada si è formato un presidio sempre più numeroso, poi divenuto permanente.
Il presidio e i disordini – Gli attivisti hanno scandito cori come “Askatasuna non si tocca, la difenderemo con la lotta”, sventolando una bandiera della Palestina e una dell’Autonomia Contropotere. Il traffico su corso Regina Margherita è stato bloccato sia per i mezzi privati sia per il trasporto pubblico. Contro il presidio, la polizia è intervenuta con gli idranti.
La posizione del Comune – Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Torino, che ha chiarito: “La Prefettura di Torino ha comunicato alla Città l’accertamento della violazione delle prescrizioni relative all’interdizione all’accesso ai locali di corso Regina Margherita 47”. E ha aggiunto: “Tale situazione configura un mancato rispetto delle condizioni del patto di collaborazione che pertanto è cessato, come comunicato ai proponenti”.
Il commento del Viminale – Netta anche la posizione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che su X ha scritto: “Sgomberato il centro sociale Askatasuna di Torino. Dallo Stato un segnale chiaro: non ci deve essere spazio per la violenza nel nostro Paese”.

