Nella notte tra oggi e domani l’Italia rimette indietro le lancette: alle ore 3 di domenica 26 ottobre l’orario tornerà alle ore 2. Si chiude così la parentesi dell’ora legale, pensata per sfruttare la luce nei mesi estivi, e si rientra nell’ora solare, quella “naturale”. Risultato immediato: un’ora di luce in più al mattino e buio anticipato la sera.
Come cambia la giornata – Il passaggio avverrà alle ore 3 di domenica 26 ottobre: gli orologi andranno spostati indietro di un’ora. Gli smartphone e i dispositivi digitali si aggiorneranno automaticamente; per quelli analogici servirà un intervento manuale. In sostanza si dormirà un’ora in più. L’ora solare resterà in vigore fino all’ultimo fine settimana di marzo: l’ora legale tornerà nella notte tra il 28 e il 29 marzo 2026, quando gli orologi andranno avanti di un’ora.
I numeri di Terna – Nei sette mesi di ora legale appena trascorsi, secondo Terna, il sistema elettrico italiano ha registrato minori consumi per 310 milioni di kWh, equivalenti al fabbisogno medio annuo di circa 120mila famiglie, con un risparmio economico superiore a 90 milioni di euro. Sul fronte ambientale, il minor consumo ha evitato circa 145mila tonnellate di CO2. Va ricordato, tuttavia, che il fabbisogno nazionale resta di ben altra scala: nel 2024 si è attestato a 312,3 miliardi di kWh. Dal 2004 al 2025, sempre secondo Terna, il saldo complessivo dell’ora legale è di oltre 12 miliardi di kWh risparmiati e circa 2,3 miliardi di euro in meno sulle bollette.
Il dibattito: risparmio marginale? – Il risparmio c’è, ma è marginale rispetto ai consumi complessivi. Non a caso, di recente il premier spagnolo Sanchez ha riportato il tema dell’abolizione all’attenzione dell’Unione europea: «La scienza ci dice che» il cambio dell’ora «non comporta un risparmio energetico», ma «scombussola i ritmi biologici due volte all’anno». La proposta della Commissione europea di superare l’avvicendamento, presentata nel 2018, è ferma al Consiglio Ue dal 2019: prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina, infine l’oblio. «La proposta è ancora lì. Crediamo che una soluzione coordinata sia ancora possibile. Ma ora la palla è nel campo degli Stati membri». Nei giorni scorsi la Spagna ha annunciato la volontà di riaprire il dossier.
Il parere del neurologo – «Sessanta preziosi minuti di riposo in più. Il sonno è il nostro farmaco più potente, basta una sola ora di relax in più per far crollare il cortisolo riducendo le malattie stress-correlate, come l’infarto», afferma Piero Barbanti, neurologo e direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore dell’Irccs San Raffaele di Roma.

