Ucraina, Zelensky a Roma: “Mi fido di Meloni”. Trump: “Leader europei sono deboli”

di Redazione

Roma diventa il nuovo snodo della diplomazia sulla guerra in Ucraina. Dopo le tappe di Londra e Bruxelles, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scelto la capitale italiana per una doppia missione: prima il faccia a faccia con Papa Leone XIV a Castel Gandolfo, poi il vertice a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del quale ha ribadito: “Sui negoziati di pace mi fido di Meloni”.

Il vertice a Palazzo Chigi – Zelensky è stato accolto a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni per un incontro durato circa un’ora e mezza. A Roma è già stato altre due volte quest’anno, a inizio gennaio e a fine aprile, a conferma di un canale privilegiato con il governo italiano. La linea dell’Italia resta quella di lavorare a una “pace giusta e duratura in Ucraina”, puntando sull’unità di vedute tra partner europei e Stati Uniti. Al termine del colloquio, definito “eccellente” dal presidente ucraino, Zelensky ha scritto su X: “Con Meloni abbiamo avuto un colloquio eccellente e molto approfondito su tutti gli aspetti della situazione diplomatica. Apprezziamo il ruolo attivo dell’Italia nel generare idee concrete e definire misure per avvicinare la pace. L’ho informata sul lavoro del nostro team negoziale e stiamo coordinando i nostri sforzi diplomatici. Contiamo molto sul continuo sostegno dell’Italia: è importante per l’Ucraina”.

Zelensky ha quindi ringraziato Roma per il sostegno concreto sul fronte interno: “Desidero anche esprimere la mia gratitudine per il pacchetto di assistenza energetica e per le attrezzature necessarie: è esattamente ciò che sosterrà le famiglie ucraine”. In un successivo passaggio ha sottolineato: “Zelensky ha ringraziato l’Italia per il pacchetto di aiuti energetici e attrezzature necessarie: sono proprio questi gli strumenti che sosterranno le famiglie ucraine, il nostro popolo, i nostri bambini e la vita quotidiana nelle nostre città e comunità, che continuano a subire costanti attacchi da parte della Russia”. E ha chiuso con un messaggio secco: “Dobbiamo proteggere le vite umane. Grazie, Italia!”. Prima dell’ingresso a Palazzo Chigi, il presidente ucraino, intercettato dai cronisti, aveva ribadito la sua fiducia nella premier italiana in vista dei prossimi passi diplomatici: “Mi fido di Meloni” nei negoziati di pace, ha assicurato.

Il colloquio con il Papa – La giornata italiana di Zelensky si era aperta a Castel Gandolfo, dove il presidente è arrivato intorno alle ore 9.40 per incontrare Papa Leone XIV. “Durante il cordiale colloquio, il quale ha avuto al centro la guerra in Ucraina, il Santo Padre ha ribadito la necessità di continuare il dialogo e rinnovato il pressante auspicio che le iniziative diplomatiche in corso possano portare ad una pace giusta e duratura. Inoltre, non è mancato il riferimento alla questione dei prigionieri di guerra e alla necessità di assicurare il ritorno dei bambini ucraini alle loro famiglie”, ha reso noto la Santa Sede. Al termine dei circa trenta minuti di incontro, Papa Leone e il presidente ucraino si sono affacciati insieme dal balcone di villa Barberini, salutando giornalisti e fotografi senza rilasciare dichiarazioni.

“Asset aumenteranno costi per Mosca”– Da Bruxelles è arrivato l’ennesimo segnale di appoggio politico e finanziario. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ribadito che “la proposta europea sugli asset aumenterà il costo della guerra per la Russia”.

Trump: “Leader europei sono deboli” – Dall’altra parte dell’Atlantico, il presidente americano Donald Trump ha scelto il palcoscenico di un’intervista a Politico per attaccare i governi europei. A suo dire, i leader del Vecchio Continente sono “deboli”. “Credo – ha detto – che vogliano essere politicamente corretti. Penso che non sappiano cosa fare, l’Europa non sa cosa fare”. Sullo stato del conflitto, Trump ha affermato: “Non ci sono dubbi. È la Russia. È un paese molto più grande. È una guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”.

La replica dell’Ue: “Abbiamo leader eccellenti” – E, di fronte alle critiche giunte da Washington, la portavoce della Commissione Paula Pinho ha risposto in modo secco alle parole del presidente americano: “Mi asterrò dal commentare su queste affermazioni, salvo confermare che siamo molto orgogliosi e grati di avere leader eccellenti, a partire dalla leader di questa istituzione, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Siamo davvero fieri di chi ci guida nell’affrontare le molte sfide che il mondo ci pone”. E ancora: “Il sentimento di milioni di europei è chiaro: siamo orgogliosi dei nostri leader”. Preoccupata per le dinamiche tra Washington e Mosca anche l’Unione europea, che guarda con sospetto a possibili interferenze esterne. “Non accettiamo interferenze, gli alleati facciano gli alleati”, ha avvertito il presidente del Consiglio Costa.

Trump: “Zelensky si dia una mossa” – Il tycoon ha incalzato anche Zelensky sul terreno interno, accusandolo di frenare sul voto: “Penso che sia un momento importante per indire le elezioni. Stanno usando la guerra per non indire le elezioni, ma penso che il popolo ucraino dovrebbe avere questa scelta. E forse vincerebbe Zelensky. Non so chi vincerebbe. Ma non hanno elezioni da molto tempo”. E, con toni ancora più duri, ha aggiunto: “Parlano di democrazia, ma si arriva a un punto in cui non è più una democrazia”. Per Trump, il presidente ucraino “dovrà darsi una mossa e iniziare ad accettare le cose” perché si fa così “quando stai perdendo, e lui sta perdendo”.

Zelensky: “Sempre pronto alle elezioni” – Alle domande dei giornalisti italiani sulle accuse del leader americano, Zelensky ha tenuto il punto e ribadito di non temere il passaggio alle urne: “Sono sempre pronto alle elezioni”. Un concetto che ha ripetuto anche nel corso della giornata, respingendo l’idea di usare il conflitto come alibi per rinviare il voto. Sul piano diplomatico, il presidente ucraino guarda comunque al dialogo diretto con Washington. Dopo gli incontri a Londra, Bruxelles e Roma “avremo la nostra visione comune” per i colloqui, ha spiegato in un’intervista a Bloomberg, aggiungendo di essere “pronto a volare negli Stati Uniti se il presidente Trump sarà pronto per questo incontro”.

Putin: “Il Donbass è russo”. Cremlino: “Attacco alla Nato? Assurdità” – Da Mosca è arrivato l’ennesimo messaggio di chiusura sul fronte territoriale. Il capo del Cremlino Vladimir Putin, citato da Ria Novosti, ha ribadito che il Donbass è “territorio russo, questo è un fatto storico”. Secondo Putin, la Russia starebbe cercando di “mettere fine” a una guerra cominciata con un “colpo di Stato” a Kiev nel 2014, ed è “obbligata” a farlo con mezzi militari. Sul fronte dei rapporti con l’Alleanza atlantica è intervenuto anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha definito infondate le ricostruzioni su un possibile attacco russo alla Nato. Le indiscrezioni, ha detto, sono “una totale assurdità” e ha invitato a fare riferimento soltanto “alla fonte” ufficiale, cioè al presidente russo.

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