Roma, torture nel garage e attentato dinamitardo ordinato dal carcere: 11 arresti

di Redazione

Roma – Avevano trasformato un garage alla Massimina in una stanza di tortura: qui le vittime venivano portate via da casa, legate mani e piedi alle sedie, bendate, colpite con pugni, schiaffi, spranghe e perfino scottate con acqua bollente per debiti di droga o per gelosia. È lo scenario ricostruito dai carabinieri della compagnia di Roma Trastevere che ha portato a undici misure cautelari, sei a carico di maggiorenni e cinque di minorenni, per tortura, sequestro di persona, estorsioni e un atto dinamitardo a Primavalle.

Le torture nel garage – Secondo gli atti, alcuni degli indagati, tutti cittadini italiani domiciliati a Roma, nel gennaio scorso avrebbero prelevato le vittime direttamente dalle abitazioni per condurle in un garage nel quartiere Massimina. Qui le persone sarebbero state private della libertà personale per ore, legate mani e piedi alle sedie, con gli occhi bendati, e “sono state oggetto di ripetuti atti di crudeltà, come pugni, schiaffi, con spranghe o altri oggetti contundenti, arrivando addirittura a versare acqua bollente addosso alle vittime che riportavano gravi lesioni”. Il movente, stando alle contestazioni, sarebbe da collegare soprattutto a debiti di droga e a motivi di gelosia.

Le minacce e le richieste di denaro – In uno degli episodi di violenza, riconducibile al 12 gennaio, una delle vittime sarebbe stata torturata mentre gli aggressori gli rovesciavano addosso acqua bollente e gli intimavano di pagare. “Ti taglio tutto, ti ammazzo, domani devi portare 2mila euro”, viene riportato negli atti a proposito delle frasi rivolte a uno dei sequestrati, al quale sarebbero stati poi tagliati i capelli “con il coltello alla base del cranio” dopo averlo colpito con delle frustrate. In più casi, secondo l’accusa, le persone venivano prelevate proprio per costringerle a restituire somme di denaro legate allo spaccio.

L’indagine partita dalla droga – Il provvedimento trae origine da un’indagine dei carabinieri della compagnia di Roma Trastevere, nata da un arresto in flagranza per detenzione di sostanza stupefacente avvenuto a marzo. Da quell’arresto i militari hanno ricostruito almeno due distinti episodi di tortura, lesioni e sequestro di persona a scopo di estorsione avvenuti a gennaio, tutti ricondotti allo stesso gruppo. Le attività investigative, coordinate dai pubblici ministeri Carlo Villani e Claudio Santangelo della procura di Roma, guidata da Francesco Lo Voi, e dal pm Carlo Morra della procura per i minorenni, diretta da Giovanna Lebbroni, hanno consentito di delineare ruoli e responsabilità all’interno del gruppo, dai picchiatori a chi avrebbe ordinato le spedizioni punitive.

Il legame con l’atto dinamitardo a Primavalle – L’indagine ha permesso anche di raccogliere gravi elementi indiziari sul mandante, sull’esecutore materiale e su altri soggetti ritenuti a vario titolo coinvolti nell’atto dinamitardo avvenuto il 30 giugno scorso, in via Guido Calcagnini 39, nell’area conosciuta come “Bronx”, nel quartiere Primavalle. In quella circostanza l’esplosione aveva provocato il cedimento dell’androne condominiale di una palazzina Ater, generando particolare preoccupazione e allarme tra i residenti. In uno dei capi di imputazione si contesta che un venticinquenne, detenuto nel reparto di alta sicurezza del carcere di Viterbo, avrebbe commissionato l’attentato a un minorenne “dietro promessa di compenso”, dando di fatto il via libera all’azione dall’interno del penitenziario.

Le misure cautelari e i reati contestati – Undici in tutto le persone raggiunte dai due provvedimenti di misura cautelare emessi dai giudici Livio Sabatini del tribunale ordinario e Paola Manfredonia del tribunale per i minorenni, su richiesta congiunta della direzione distrettuale antimafia della procura di Roma e della procura per i minorenni. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di tortura, sequestro di persona, tentata estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, porto abusivo di esplosivo in luogo pubblico e danneggiamento aggravato. Per i sei maggiorenni è stata disposta la custodia cautelare in carcere; due dei cinque minorenni sono stati trasferiti in un istituto penale minorile, mentre altri tre sono stati collocati in comunità. IN ALTO IL VIDEO

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