L’incendio che da giovedì scorso sta devastando le pendici del Vesuvio continua a bruciare, nonostante l’imponente dispiegamento di mezzi e personale impegnato nelle operazioni di spegnimento. Nella notte tra domenica e lunedì le fiamme si sono estese fino a sfiorare Torre del Greco, il punto più occidentale raggiunto finora, senza tuttavia minacciare direttamente abitazioni o centri abitati.
L’evoluzione del rogo – Il fuoco è divampato tra giovedì e venerdì nella pineta di Terzigno, lungo i versanti del Monte Somma, e si è rapidamente propagato verso Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Boscotrecase e Trecase, compresa la Valle del Gigante e un’area a sud del cratere. I forti venti e le alte temperature hanno favorito l’avanzata delle fiamme, che hanno raggiunto quota 1050 metri. Secondo il programma europeo Copernicus, sono già andati distrutti 560,5 ettari di terreno, pari a oltre 4,8 chilometri quadrati di macchia mediterranea.
I soccorsi in campo – Lunedì mattina erano operativi 80 vigili del fuoco, supportati da 4 Canadair e da rinforzi provenienti da Toscana, Emilia-Romagna e Marche. Nelle ore notturne, con gli interventi aerei sospesi per ragioni di sicurezza, le squadre di terra hanno lavorato senza sosta sul versante sud per contenere il fronte e impedire che le fiamme raggiungessero zone abitate. Il direttore delle Operazioni di Spegnimento ha segnalato la presenza di un fronte attivo di circa un chilometro all’interno della riserva Tirone – Alto Vesuvio, mentre la situazione nella Valle dell’Inferno e lungo il sentiero numero 1 è considerata sotto controllo.
Emergenza nazionale – Sabato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha firmato il decreto per la mobilitazione straordinaria del servizio nazionale, consentendo l’afflusso di uomini e mezzi da altre regioni. L’Esercito ha realizzato una pista tagliafuoco con l’ausilio di una trinciatrice e di mezzi meccanici. Le attività sono coordinate anche attraverso il monitoraggio satellitare del sistema Copernicus EMS, che ha mappato l’incendio e rilevato un imponente pennacchio di fumo visibile dallo spazio.
Danni e indagini – Il sindaco di Terzigno Francesco Ranieri ha stimato in 4,8 chilometri quadrati la superficie di vegetazione distrutta. La procura di Nola ha aperto un’indagine per accertare le cause del rogo, al momento senza ipotesi di reato né indagati. Le strade di accesso al complesso del Vesuvio restano chiuse.
Un’area già segnata dal fuoco – Tra le zone colpite figura anche la riserva naturale del Tirone, dove gli interventi di riforestazione seguiti ai devastanti incendi del 2017 – che distrussero 3000 ettari del Parco Nazionale del Vesuvio – rischiano ora di andare perduti. Come sottolineato dal direttore generale della Protezione civile della Regione Campania Italo Giulivo, le operazioni sono rese difficili “sia per le condizioni atmosferiche, con temperature elevate e vento forte, sia per il fondo ricoperto di aghi di pino, che favoriscono la propagazione delle fiamme”. IN ALTO IL VIDEO