Russia, violento terremoto di magnitudo 8.8 in Kamchatka: allarme tsunami in tutto il Pacifico

di Redazione

Una scossa violentissima ha squarciato la notte tra il 29 e il 30 luglio al largo della Kamchatka, nell’estremo oriente della Russia. Un terremoto di magnitudo 8.8 è stato registrato all’1.24 (ora italiana), con epicentro a circa 119 chilometri a est-sud-est di Petropavlovsk-Kamchatsky e a una profondità di 20,7 chilometri. Secondo gli esperti russi, si tratta dell’evento sismico più potente nella regione dal 1952.

Feriti e blackout nella penisola russa – La scossa ha causato feriti e danni a infrastrutture e abitazioni. A Petropavlovsk-Kamchatsky si segnalano blackout, interruzioni delle comunicazioni e danni a diversi edifici. Il ministero della Salute regionale ha riferito che alcune persone hanno richiesto assistenza medica, ma non ci sarebbero feriti gravi. A Severo-Kurilsk, sulle Isole Curili, la prima onda di tsunami ha raggiunto la costa, costringendo all’evacuazione i residenti. Le autorità hanno attivato i protocolli d’emergenza e inviato squadre di soccorso nelle aree colpite. Secondo il governatore Valery Limarenko, “non si registrano vittime o danni gravi”. Tuttavia, diverse aree hanno subito danni alla rete elettrica, temporaneamente interrotta.

Onde fino a 5 metri e allerta in decine di Paesi – Nel distretto di Elizovsky, onde di tsunami alte fino a cinque metri sono state osservate poco dopo il sisma. L’allerta è stata immediatamente diramata per le regioni russe costiere e per l’intero bacino del Pacifico: Giappone, Hawaii, Guam, Alaska, Polinesia Francese, Filippine, fino al Messico, Ecuador e Cile. L’allarme in Russia è stato revocato dopo 11 ore. Anche le Filippine hanno successivamente annullato l’allerta.

Giappone in massima allerta – L’Agenzia meteorologica giapponese (Jma) ha ordinato l’evacuazione per 1,9 milioni di persone, in particolare nelle zone costiere orientali. Onde fino a 1,3 metri sono state registrate nel porto di Kuji, nella prefettura di Iwate. A Hokkaido le onde hanno raggiunto i 60 centimetri e, per precauzione, è stato evacuato anche il personale della centrale nucleare di Fukushima. Nella baia di Tokyo le onde si sono fermate a 20 centimetri. Le immagini dei media mostrano gruppi di persone in attesa su tetti e colline.

L’eco del sisma sul continente americano – Negli Stati Uniti, l’allerta tsunami ha riguardato le coste dell’Alaska, delle Hawaii, della California, dell’Oregon e dello Stato di Washington. Sull’isola hawaiana di Maui è stata registrata un’onda di 1,5 metri, mentre un’onda di 1,2 metri ha colpito la costa di Haleiwa, nella contea di Honolulu. In California, a Crescent City, è stata osservata un’onda di circa mezzo metro. Il Servizio meteorologico nazionale ha evidenziato come l’orografia marina di quella zona possa amplificare l’impatto delle onde. Alcune spiagge sono state chiuse in via precauzionale.

Messico e Sud America in allerta – La Marina messicana ha annunciato l’arrivo di onde tra 30 e 100 centimetri lungo la costa pacifica, da Ensenada, vicino alla California, fino al Chiapas. In Sud America, Ecuador e Cile hanno attivato i rispettivi centri di emergenza.

Un evento “unico” per i sismologi – Il Servizio di monitoraggio geofisico dell’Accademia russa delle scienze ha definito il sisma un “evento unico”, con scosse di assestamento che potrebbero proseguire fino a un mese. Alcune repliche hanno già raggiunto magnitudo 6.9, e si teme possano arrivare fino a 7.5.

Il paragone con il 2011 – L’intensità e la vastità delle conseguenze del sisma in Kamchatka hanno inevitabilmente riportato alla memoria il devastante terremoto e tsunami che colpirono il Giappone l’11 marzo 2011. Allora, un sisma di magnitudo 9.1 scatenò un’onda alta fino a 40 metri, causando oltre 19mila tra morti e dispersi e il disastro nucleare di Fukushima.

Il monito delle autorità – “Esorto tutti a stare lontani dalla costa nelle aree a rischio tsunami e ad ascoltare gli annunci degli altoparlanti”, ha dichiarato il governatore regionale Vladimir Solodov. L’invito alla prudenza resta valido anche dopo il rientro delle allerte: le scosse di assestamento e le condizioni del mare potrebbero rendere instabili le prossime ore. In tutta la regione pacifica, l’attenzione resta altissima. IN ALTO IL VIDEO

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