Caserta, riutilizzo sociale beni confiscati: alla Reggia si chiude il progetto RINSE

di Redazione

La lotta alla criminalità organizzata passa anche dalla confisca dei patrimoni illeciti e dal loro successivo riutilizzo sociale. Tematiche centrali nel workshop internazionale che ha concluso il progetto europeo RINSE – Reuse of Illicit Assets for Social Empowerment, cofinanziato dalla Commissione Europea. Ad ospitare l’incontro, l’Archivio di Stato della Reggia di Caserta, cornice istituzionale di una riflessione condivisa tra accademici, magistrati e operatori del settore.

A illustrare i risultati del progetto, la professoressa Andreana Esposito, docente di Diritto penale dell’Università “Luigi Vanvitelli” e coordinatrice scientifica di RINSE, insieme al project manager Antonio Pagliano.

Nel corso dei lavori è stato evidenziato come il circuito della confisca e del riutilizzo dei beni rappresenti un passaggio chiave per contrastare la forza economica delle mafie. Un concetto ribadito anche dal commissario straordinario per i beni confiscati, il prefetto Paola Spena, che ha sottolineato l’importanza di questo strumento in chiave di liberazione sociale ed economica dei territori.

Non sono mancate, tuttavia, osservazioni critiche sul funzionamento del sistema. La presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Gabriella Maria Casella, ha evidenziato le difficoltà ancora presenti nella gestione dei beni confiscati, a partire da quelle di natura normativa e organizzativa. IN ALTO IL VIDEO

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