Lusciano (Caserta) – Un anno e quattro mesi di reclusione per Gaetano Della Volpe, 23 anni, nipote del noto esponente del clan dei Casalesi Raffaele Della Volpe, per Roberto Marino, 26enne originario di Corigliano Calabro ma residente a Lusciano, e per Giorgio Pisciotta, 38 anni, di Trentola Ducenta, cognato di Della Volpe. Condanna più pesante, a un anno e dieci mesi, per Emanuele Zuppa, 37 anni, anche lui di Trentola Ducenta. È quanto deciso dal giudice per l’udienza preliminare Luca Battinieri del Tribunale di Napoli, che ha pronunciato la sentenza nell’ambito del procedimento sul violento pestaggio avvenuto l’8 luglio 2024 in un bar di Lusciano.
Il procedimento si è svolto con rito abbreviato, che ha consentito agli imputati uno sconto di pena. La pubblica accusa aveva chiesto condanne ben più severe — oltre tre anni ciascuno — ma il giudice ha escluso la contestata aggravante del metodo mafioso. Una decisione che ha inciso in modo determinante sull’esito del processo, comportando anche la concessione della sospensione condizionale della pena per Della Volpe, Marino e Pisciotta. I quattro imputati sono stati assistiti, rispettivamente, dagli avvocati Gaetano Laiso, Luciano Mariniello, Generoso Grasso e Giuseppe De Lucia.
I fatti risalgono all’estate scorsa. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, tutto sarebbe partito da un litigio tra Pisciotta e la vittima, un uomo di 36 anni. Dopo il diverbio, Gaetano Della Volpe avrebbe contattato il malcapitato per proporre un chiarimento, invitandolo al bar Agorà. Ma quell’incontro si sarebbe rivelato una trappola. La vittima fu circondata e aggredita brutalmente: colpita con mazze, tirapugni e persino con un taser. Le violenze, messe in atto da un gruppo di sei persone, provocarono lesioni gravi, tanto da rendere necessario l’intervento delle forze dell’ordine e l’avvio immediato di un’indagine.
Il 13 gennaio scorso la svolta. Gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di polizia di Aversa, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, hanno eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di sei soggetti, tutti residenti nella provincia di Caserta, accusati di aver agito in concorso e in numero superiore a cinque per compiere l’aggressione. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, ha fatto luce su dinamiche e ruoli degli aggressori, individuando la figura di Della Volpe come colui che avrebbe orchestrato l’incontro-sfida.
Per altri due soggetti coinvolti nella spedizione punitiva, il procedimento è ancora in corso: hanno scelto il rito ordinario e il loro processo è in fase di svolgimento davanti al collegio B della seconda sezione del Tribunale di Napoli Nord.