Riciclava non solo le plastiche ma anche i soldi della mafia: confisca da 5 milioni a imprenditore ragusano

di Redazione

Confisca di beni da oltre 5 milioni di euro emessa dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, su proposta del procuratore della Repubblica e del direttore della Dia, a carico dell’imprenditore Giovanni Donzelli di Vittoria (Ragusa), attivo nel settore del recupero e della trasformazione di materie plastiche. – continua sotto – 

Tra i beni figurano tre aziende operanti nel settore della raccolta e riciclaggio della plastica, immobili e autovetture. I giudici hanno ritenuto sussistente sia la pericolosità sociale qualificata dell’imprenditore (ritenuto contiguo all’associazione mafiosa conosciuta come “Stidda”), sia la sproporzione tra i redditi denunciati al fisco e i beni accumulati.

Le indagini hanno tenuto conto delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia che avevano chiarito come l’imprenditore avesse implementato i propri affari ed il proprio patrimonio reimpiegando i proventi delle estorsioni del gruppo criminale di appartenenza che, colpito da numerose operazioni di polizia e disarticolato da sentenze di condanna, aveva affidato il proprio “capitale” a soggetti insospettabili affinché lo reinvestissero in attività economiche apparentemente lecite.

La figura di Donzelli, già condannato con sentenza definitiva nel 1994 dalla Corte di Assise di Siracusa alla pena di 4 anni di reclusione per concorso in associazione mafiosa, riemerse in seguito nell’ambito di successive indagini della Procura etnea. La prima, culminata nell’anno 2015, con l’arresto di 17 persone, ritenute appartenenti al clan mafioso operante nella  provincia ragusana e responsabili, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso pluriaggravata, finalizzata alla commissione di estorsioni in danno di operatori economici esercenti la raccolta di materiale plastico dismesso dai serricoltori, nonché di traffico illecito di rifiuti e detenzione e porto di armi comuni da sparo; la seconda, nell’ottobre 2019, quando vennero eseguite misure cautelari nei confronti di 14 indagati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso pluriaggravata finalizzata alla gestione di rifiuti non autorizzata e per trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante del metodo mafioso. IN ALTO IL VIDEO 

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