Decreti Legge: Fini blocca Berlusconi

di Angela Oliva

Silvio Berlusconi e Gianfranco FiniContinua il tira e molla tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini.I due non cedono territorio e rimangono fermi nelle loro posizioni.

La polemica è nata in seguito alle dichiarazioni del Cavaliere che premeva per un uso più assiduo dei decreti legge: Useremo il più possibile i decreti dal momento che un governo in cui il premier ha solo il potere di estendere l’ordine del giorno del consiglio dei ministri, ha come possibilità di intervento solo la sua autorevolezza personale, la sua capacità operativa o l’utilizzo degli strumenti di cui dispone, come i decreti legge e la fiducia. Procederemo con un decreto legge su ogni materia necessaria, anche imponendo al Parlamento di approvarlo”.

Tali affermazioni hanno scatenato l’ira del presidente Fini che, dal canto suo, dice basta all’abuso dei decreti legge frenando così l’impeto del Cavaliere: Il ricorso ai decreti legge rientra tra le prerogative del governo. Un eventuale abuso di questo strumento non solo determinerebbe valutazioni di tipo politico, ma anche il diritto della Camera di far sentire la propria voce. Certo – prosegue Gianfranco Fini – concordo che finché non sarà modificata la Costituzione, ed è auspicio del presidente che questo possa avvenire in questa legislatura, fino a quando la costituzione è quella su cui non solo il presidente ha giurato ma che tutti dobbiamo rispettare, – conclude il residente della Camera – il rapporto fra governo e Parlamento è chiaramente indicato e regolato dalla Costituzione e credo che nessuno possa pensare di comportarsi in modo diverso rispetto a quanto essa prevede”. Fini ha, inoltre, espresso la volontà di convocare l’ufficio di presidenza per “porre questi aspetti all’ordine del giorno, anche riprendendo le ipotesi di parziale modifica del regolamento che potrebbero garantire che quell’equilibrio fra efficienza delle istituzioni e centralità delle istituzioni parlamentari, finché la Costituzione non sarà modificata, venga non soltanto declamato ma garantito con i fatti”.

Sulla questione è intervenuto anche Pier Ferdinando Casini: “Berlusconi ha detto che la decretazione d’urgenza deve diventare lo strumento ordinario io che occorra fare un punto politico istituzionale nel Paese. La decretazione d’urgenza è stata applicata come non mai a inizio legislatura, con il voto di fiducia che ha espropriato la discussione parlamentare. Il Parlamento è stato ridotto al ruolo di passacarte. Il rischio – conclude Casini – è che con un emendamento alla Finanziaria si inserisca il Parlamento tra gli enti inutili da eliminare”.

Il numero due del Pd Dario Franceschini ha giudicato tempestivi gli alt posti dai presidenti di Camera e Senato contro le affermazione del presidente del Consiglio: Le parole di ieri di Berlusconi sui decreti rappresentano un messaggio che tenta di trasmettere l’idea all’opinione pubblica che il Governo lavora e, invece, il Parlamento perde tempo, così da essere giustificato a mettere in atto una serie di abusi. Ma il Pd utilizzerà tutti gli strumenti per denunciare che il Parlamento viene calpestato”.

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