Dai domiciliari al carcere, nel giro di pochi mesi, per aver continuato a muoversi come se nulla fosse. È questo l’esito dell’ultimo provvedimento eseguito dai militari del comando provinciale delle Fiamme gialle di Savona nei confronti di una ex consulente finanziaria e bancaria di lungo corso di Albenga, formalmente in pensione e cancellata dall’albo dal 2014, accusata di aver proseguito nel tempo la gestione e la raccolta dei risparmi di numerosi clienti.
L’ordinanza del gip – L’aggravamento della misura cautelare è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Savona, su richiesta della procura della Repubblica, che ha ottenuto la sostituzione degli arresti domiciliari con la custodia cautelare in carcere. Il provvedimento è stato eseguito dalle Fiamme gialle nell’ambito delle attività di contrasto all’abusiva gestione degli investimenti e alla tutela del risparmio.
Le violazioni durante i domiciliari – Alla base della decisione dell’autorità giudiziaria c’è il comportamento tenuto dalla donna durante la precedente misura. Nonostante il divieto assoluto di utilizzare il telefono, in vigore dal luglio scorso, salvo specifiche deroghe per visite mediche e colloqui con i legali, l’indagata avrebbe effettuato numerose telefonate verso soggetti con i quali non avrebbe potuto avere contatti. Tra questi figurano ex clienti, vittime della presunta frode, istituti bancari, società finanziarie, di intermediazione e di recupero crediti, oltre ad altre imprese di settori diversi. Un quadro che ha fatto scattare l’inasprimento della misura per evitare la reiterazione dei reati contestati.
Le indagini e il sistema di raccolta – Le precedenti attività di polizia giudiziaria, coordinate dalla procura della Repubblica e supportate da analisi dei conti, consultazioni delle banche dati, interlocuzioni con gli organismi di vigilanza e accertamenti informatici, hanno ricostruito nel dettaglio il meccanismo. L’indagata, forte di una lunga esperienza nel settore e di incarichi di rilievo ricoperti in passato presso diversi intermediari finanziari, si sarebbe presentata come procacciatrice d’affari per conto di un noto istituto bancario e assicurativo svizzero.
Le vittime e i numeri della frode – Promettendo rendimenti sicuri e rilevanti, avrebbe raccolto abusivamente i risparmi di 112 clienti, conquistandone la fiducia anche attraverso artifizi e raggiri. Un sistema che, secondo gli inquirenti, si sarebbe protratto nel tempo fino all’arresto e che ora, con il trasferimento in carcere, viene definitivamente interrotto sotto il profilo della operatività. IN ALTO IL VIDEO

