Un passaggio di macchinari che sulla carta appare come una cessione, ma che secondo gli investigatori nasconderebbe un’operazione ben più complessa e illecita. È questo lo scenario che ha portato al sequestro preventivo impeditivo dell’intero compendio aziendale di una società di Bisceglie attiva nella produzione di prodotti da forno, eseguito in urgenza dai finanzieri e successivamente convalidato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica.
La ricostruzione dell’operazione – I finanzieri della Compagnia di Trani, coordinati dalla Procura, hanno passato al setaccio le operazioni compiute da una storica impresa locale dello stesso settore, già posta in liquidazione giudiziale per la presenza di ingenti debiti erariali mai onorati. L’attenzione degli inquirenti si è concentrata sull’origine e sulla reale natura di alcune cessioni che avrebbero consentito la prosecuzione dell’attività produttiva sotto una nuova veste societaria.
La cessione simulata dei macchinari – Secondo quanto emerso dalle indagini, la società in liquidazione avrebbe trasferito formalmente tutti i macchinari industriali a un proprio dipendente, utilizzando come giustificazione la chiusura di una presunta controversia di lavoro ritenuta fittizia. Le apparecchiature, una volta acquisite, sarebbero poi confluite nella nuova impresa, che avrebbe continuato a operare nella stessa sede, con il medesimo marchio e gli stessi segni distintivi della società fallita.
Il riscontro durante la perquisizione – Ulteriore conferma della tesi investigativa è arrivata da una perquisizione effettuata nell’abitazione dell’imprenditore dichiarato fallito, dove è stata rinvenuta documentazione riconducibile alla nuova società, formalmente intestata all’ex dipendente. Per gli inquirenti, quest’ultimo si sarebbe prestato come “testa di legno” per consentire la prosecuzione dell’attività e tentare di eludere le contestazioni di bancarotta fraudolenta.
Il sequestro d’urgenza – Alla luce degli elementi raccolti e per scongiurare il rischio di dispersione dei beni, i finanzieri hanno proceduto al sequestro d’iniziativa e in urgenza di oltre 50 beni strumentali tra attrezzature e macchinari. Il provvedimento è stato successivamente convalidato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani.
I lavoratori irregolari e la sospensione – Nel corso delle attività di perquisizione presso uno dei luoghi di esercizio della nuova azienda sono stati individuati anche due lavoratori “in nero”. Sentiti dagli investigatori, avrebbero riferito di ricevere disposizioni dallo stesso amministratore di fatto. Ottenuto il nulla osta dell’autorità giudiziaria, i finanzieri hanno chiesto all’Ispettorato territoriale del lavoro l’adozione di un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, poi effettivamente disposto.
Le contestazioni – Al termine delle indagini, a carico dei due indagati principali sono state contestate, in concorso, ipotesi di reato di natura fallimentare e fiscale: bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Una terza persona, già legale rappresentante della nuova società, è stata denunciata per impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, per l’utilizzo dei macchinari distratti nella produzione dei prodotti da forno. Alla nuova società è stata infine contestata anche la responsabilità amministrativa dell’ente prevista dal Decreto legislativo 231 del 2001. IN ALTO IL VIDEO

