Sono 145 i casi confermati di infezione da virus West Nile nell’uomo, di cui 59 nella forma neuroinvasiva, 10 asintomatici individuati tra i donatori di sangue, 75 con febbre e un ulteriore caso asintomatico. A fornire il bilancio è stato il ministro della Salute Orazio Schillaci nel corso di un’informativa al Senato. “Una persona infetta su 150 può sviluppare una malattia grave con encefalite o meningite – ha precisato il ministro – ma la mortalità associata a queste forme rimane rara”. Le regioni con il maggior numero di casi sono Lazio e Campania.
Diffusione costante dal 2018 – Il virus, trasmesso principalmente dalle zanzare, ha mostrato negli ultimi anni una diffusione sempre più ampia anche in Italia, soprattutto nei mesi estivi. Dal 2008, quando furono segnalati i primi casi autoctoni in Emilia Romagna, la presenza si è progressivamente consolidata. Secondo Schillaci, dal 2018 si registra una circolazione costante del virus durante l’estate, con infezioni riscontrate sia negli esseri umani sia negli animali, in particolare uccelli e cavalli.
Dodici decessi e monitoraggio attivo – Tra i casi confermati, sono stati notificati finora 12 decessi: uno in Piemonte, quattro nel Lazio e sette in Campania. Attualmente il virus è stato rilevato in 37 province appartenenti a dieci regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia e Sardegna. La situazione, ha concluso il ministro, “è sotto controllo, costantemente monitorata e in linea con gli anni precedenti”.