New York, armato fa strage in un grattacielo: voleva colpire la Lega football

di Redazione

Un ex giocatore liceale, armato di fucile d’assalto e in apparente stato di delirio, ha trasformato un normale pomeriggio d’estate in una tragedia a Manhattan, facendo irruzione in un grattacielo di Park Avenue e uccidendo quattro persone, tra cui un agente della polizia di New York, per poi suicidarsi. L’obiettivo dichiarato: la National Football League, che ha sede proprio nell’edificio attaccato.

L’attentatore: ex promessa del football, poi il crollo psichico – Si chiamava Shane Devon Tamura, aveva 27 anni ed era originario delle Hawaii ma residente a Las Vegas. In passato era stato una giovane promessa del football liceale, come mostra un video del 2015 rilanciato in queste ore, ma negli ultimi anni avrebbe convissuto con disturbi mentali. Aveva attraversato gli Stati Uniti in auto nei giorni precedenti, passando per Colorado, Nebraska e infine New Jersey, prima di approdare a Manhattan nel pomeriggio del 28 luglio.

L’assalto e la strage – Intorno alle ore 18 locali (mezzanotte in Italia), Tamura ha parcheggiato la sua Bmw nera lungo Park Avenue e si è diretto verso il civico 345, edificio che ospita la sede della Nfl, di Kpmg, Deutsche Bank e altre società finanziarie. Indossava occhiali scuri, una giacca blu sopra una camicia azzurra, pantaloni neri e un giubbotto antiproiettile. Brandiva un fucile M4, simile a un AR-15, tra le armi più tristemente note nelle stragi statunitensi. Ha aperto il fuoco all’ingresso dell’edificio, uccidendo un agente colpito alla schiena. È poi salito in ascensore fino al 33esimo piano, dove ha assassinato un altro uomo prima di togliersi la vita. In tutto, i morti sono quattro, incluso l’attentatore. Un impiegato della Nfl è rimasto gravemente ferito.

Il biglietto e l’odio per la Nfl – A confermare il possibile movente è stato il sindaco di New York, Eric Adams, durante una conferenza stampa: «Gli agenti hanno trovato nelle tasche dell’uomo un biglietto che menzionava direttamente la National Football League». Secondo la ricostruzione iniziale, Tamura non è riuscito a entrare negli uffici della Lega, posti sotto stretta sorveglianza, e avrebbe quindi diretto l’attacco verso altri obiettivi nel grattacielo.

Allarme, lockdown e panico in zona turistica – Dopo i primi spari, l’edificio e l’area circostante – tra la 51esima e la 52esima strada, ad alta densità turistica – sono stati messi in lockdown. «Chiunque si trovi nelle vicinanze, resti al sicuro e non esca», ha scritto su X il sindaco Adams. Le forze dell’ordine hanno circondato il grattacielo in pochi minuti, con l’impiego di droni ed elicotteri. Dopo aver confermato che il tiratore agiva da solo, la commissaria capo Jessica Tisch ha dichiarato la scena «completamente sotto controllo». Secondo un testimone che lavora al 31esimo piano per Blackstone, i dipendenti hanno inizialmente sentito solo rumori indistinti. La gravità della situazione è stata compresa solo dopo un’e-mail interna che avvisava della presenza di un tiratore armato nell’edificio.

Il viaggio da Las Vegas e l’arsenale in auto – All’interno dell’auto dell’attentatore la polizia ha trovato una custodia per fucile, un revolver carico, caricatori, munizioni, uno zaino e farmaci a lui prescritti. Nessuna traccia di esplosivi. Secondo la Cnn, Tamura possedeva una regolare licenza per il porto d’armi, ma non per armi d’assalto come quella utilizzata nella strage.

Trump: “Atto insensato, Dio benedica New York” – Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha scritto su Truth: «Sono stato informato sulla tragica sparatoria avvenuta a Manhattan, un luogo che conosco e amo. Confido che le nostre forze dell’ordine riescano a scoprire perché questo pazzo ha commesso un atto di violenza così insensato». E ha aggiunto: «Sono vicino alle famiglie delle quattro persone uccise, incluso l’agente della polizia di New York, che ha compiuto il sacrificio estremo. Dio benedica il dipartimento di Polizia di New York e Dio benedica New York!».

Ipotesi e interrogativi ancora aperti – Le indagini restano in corso. Nonostante l’evidente premeditazione del gesto e il biglietto rinvenuto, il reale movente di Tamura non è ancora chiaro. Potrebbe aver agito per vendetta o per una personale ossessione verso il mondo del football professionistico, che in passato lo aveva visto protagonista.

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