Marano, picchia e narcotizza la compagna con farmaci ospedalieri: arrestato infermiere

di Daniela Rosato

Sangue sulle scale del condominio, ciocche di capelli sparse sul pavimento, i pianti sommessi che filtrano da una porta socchiusa. Quando alle ore 2.40 i carabinieri irrompono in un appartamento di Marano di Napoli, trovano una donna di 40 anni ferita e sotto shock. È lei a indicare il compagno, un infermiere 47enne, come l’uomo che l’avrebbe picchiata e narcotizzata per ore, costringendola ad assumere farmaci sedativi. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di averla seviziata e di averle somministrato sostanze per alterarne lo stato di coscienza.

L’irruzione nel condominio – I carabinieri della compagnia di Marano arrivano nel parco residenziale dopo una segnalazione giunta alla centrale operativa: al telefono, una carabiniera sente urla e rumori che non lasciano spazio a dubbi, e quell’indirizzo risulta già noto per precedenti interventi. La scena, all’ingresso del palazzo, è quella di un corridoio segnato dalla violenza: la porta del vano e l’interno dell’ascensore sono imbrattati di macchie di sangue, così come il pianerottolo, dove restano tracce, impronte, strisciate. Dall’appartamento indicato arrivano lamenti e pianti. I militari bussano con forza, dall’interno un uomo urla: «Ma che volete? Che siete venuti a fare? Andatevene!». La porta si apre di poco, i carabinieri la sfondano e bloccano l’aggressore. Parte subito la richiesta di intervento al 118.

La vittima sanguinante e il precedente codice rosso – All’interno, l’abitazione è devastata: sangue ovunque, ciocche di capelli sul pavimento e perfino nel cestino, segni compatibili con un pestaggio prolungato. La donna perde sangue, trema, ma trova la forza di raccontare ciò che ha appena subito e ciò che, secondo quanto riferisce, subiva da tempo: «Mi sta picchiando da stamattina… mi costringe ad assumere dei sedativi per farmi rilassare e dimenticare cosa facciamo». Aveva già denunciato il compagno per maltrattamenti; su di lui era stato attivato un codice rosso, ma la spirale di violenza non si era fermata. Al momento dell’irruzione, l’uomo risulta sotto effetto di droga.

Sedativi ospedalieri in casa – La perquisizione dell’appartamento conferma il quadro tracciato dalla vittima: i carabinieri trovano boccette di sedativi e ansiolitici, farmaci di uso ospedaliero a base di benzodiazepine. Secondo gli investigatori, il 47enne li avrebbe sottratti dal luogo di lavoro per somministrarli alla compagna, narcotizzandola e alterandone lo stato di coscienza. L’ipotesi è che quelle sostanze venissero usate per accentuare gli effetti della cocaina o per placare i crolli successivi all’assunzione.

Colpita con una borraccia e ferita con un bisturi – Dai primi accertamenti emerge che la donna sarebbe stata colpita con una borraccia in metallo, poi strattonata con tale violenza da perdere ciocche di capelli, quindi ferita con un bisturi, rinvenuto e sequestrato in casa. Sul corpo porta lividi all’occhio destro, alla gamba destra, al gomito sinistro, oltre a un profondo taglio sul palmo della mano sinistra e a segni compatibili con un tentativo di strangolamento. La prognosi iniziale parla di 20 giorni, con una frattura chiusa a una costola, ma i medici ritengono necessari ulteriori controlli.

L’arresto e la posizione dell’uomo – L’infermiere viene arrestato e condotto in carcere. La compagna, soccorsa dal personale del 118, è viva ma pesantemente provata fisicamente e psicologicamente. Il quadro che emerge agli atti è quello di una violenza domestica reiterata, nonostante la precedente denuncia e l’attivazione del codice rosso.

Le vessazioni alla madre e il divieto di avvicinamento – Un ulteriore elemento arriva dall’analisi del telefono dell’uomo, sequestrato dai carabinieri. Nelle chat WhatsApp con la madre compaiono messaggi con epiteti ingiuriosi e richieste continue e pressanti di denaro. Un dettaglio che pesa, anche perché il 47enne era già destinatario, dal 24 settembre scorso, di un provvedimento di divieto di avvicinamento proprio nei confronti della genitrice, disposto dal gip. I nuovi elementi raccolti sono stati trasmessi all’autorità giudiziaria con un’informativa dedicata, e l’uomo è stato ulteriormente deferito.

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