Sessa Aurunca (Caserta) – Il Circolo di Legambiente di Sessa Aurunca torna a lanciare l’allarme rifiuti sul territorio, puntando questa volta i riflettori sull’impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti non pericolosi in località Quintola. Una piattaforma che tratta fino a 79.380 tonnellate di scarti all’anno tra materiali tessili composti e derivanti dalla lavorazione di fibre sintetiche e artificiali, plastiche, sostanze organiche, altri rifiuti – compresi quelli misti prodotti dal trattamento meccanico – e ingombranti, gestita dalla società Eco Italia Green, con sede legale a Fondi e iscrizione alla Camera di Commercio di Latina.
Un territorio già sotto pressione – Alla luce dei numerosi impianti della provincia finiti al centro di incendi e inchieste, il Circolo “Alfredo Petteruti” sottolinea di non poter ignorare i rischi connessi a strutture di questo tipo, dietro le quali, troppo spesso, si celerebbe un “disegno scellerato”. Per l’associazione, il tema rifiuti resta “il problema dei problemi”, alimentato da uno sconsiderato consumismo e da una cronica assenza di responsabilità politica e di programmazione del territorio. A pesare, nel caso di Sessa Aurunca, è anche il carico pregresso: un’area già segnata da rifiuti radioattivi, pet coke, discariche con rifiuti tossico-nocivi e altre forme di inquinamento, su cui nuove pressioni ambientali vengono percepite come difficilmente sostenibili.
Il confronto in Provincia – Un ulteriore elemento di preoccupazione, secondo Legambiente, è la carenza di controlli sistematici sull’impianto operativo dal 2021. Per approfondire la situazione, il Circolo si è recato in Provincia, presso il Settore Ambiente ed Ecologia, dove è stato ricevuto dal dirigente Giovanni Solino, che – riferisce l’associazione – ha mostrato piena disponibilità nel confronto. Nel corso dell’incontro è stato ricordato che l’11 novembre scorso Provincia e Arpac hanno effettuato un sopralluogo “dal quale – fanno sapere gli ambientalisti – sarebbero emerse alcune difformità rispetto alle prescrizioni autorizzative. Irregolarità che dovranno essere sanate per evitare conseguenze anche di natura penale”.
Le richieste di Legambiente – È in questo quadro che il Circolo ha formalizzato una serie di proposte al sindaco di Sessa Aurunca, Lorenzo Di Iorio. In primo luogo, l’istituzione di un osservatorio civico di controllo e monitoraggio sull’impianto, quale strumento stabile di vigilanza dal basso. All’interno di questo organismo Legambiente chiede un tavolo tecnico permanente, composto da esperti di comprovata competenza, incaricato di condividere con la cittadinanza gli esiti dei monitoraggi e di illustrare i presidi adottati a tutela della salute pubblica e delle diverse matrici ambientali. L’associazione propone, inoltre, un tavolo periodico mensile, in Prefettura, che coinvolga Arpac, Asl, Vigili del Fuoco e Comune per la verifica degli standard operativi dell’impianto. Tra i compiti dell’osservatorio, infine, Legambiente indica anche la possibilità di svolgere sopralluoghi presso il sito, attraverso una delegazione appositamente individuata e previa comunicazione ai soggetti gestori, in un’ottica di trasparenza e partecipazione attiva della comunità.

