Aversa, Giuliano: “La politica delle ambiguità deve finire”

di Redazione

di Pasquale Giuliano – C’è un momento nella vita politica di una città in cui le ambiguità smettono di essere tattica e diventano un problema serio. Aversa ha raggiunto esattamente quel punto. Il recente rimpasto della Giunta comunale non può essere letto come un semplice esercizio di riequilibrio interno, né tantomeno come un fisiologico avvicendamento amministrativo. Esso rappresenta, piuttosto, il sintomo evidente di una fragilità politica che si riflette nella gestione quotidiana della città.

Il rimpasto, figlio di una maggioranza numericamente risicata, politicamente disomogenea e ambigua, ha reso ancora più evidente una geometria politica sempre più difficile da decifrare e che oggi assume contorni non più giustificabili. La manovra ha finito per scoperchiare una verità che molti preferivano ignorare: la città è governata da un equilibrio artificiale, sostenuto da scelte opache, spesso silenziose o mascherate, e da posizionamenti indefinibili che sfidano ogni logica politica.

Il caso di Forza Italia è, in questo senso, paradigmatico. In Consiglio comunale un consigliere ha costituito il gruppo di Forza Italia e ha scelto, con coerenza, di collocarsi all’opposizione. Al tempo stesso, però, i consiglieri comunali che fanno riferimento al consigliere regionale Giovanni Zannini – oggi ufficialmente in Forza Italia – continuano a garantire numeri e sostegno a una maggioranza formalmente civica, lontana dall’impianto politico riconducibile al centrodestra e dalla stessa coalizione uscita vincitrice dalle urne. A ciò si aggiunge un numero non ben definito di consiglieri riconducibili all’area di Fratelli d’Italia, i quali, già inquadrati nella maggioranza, sembrano oggi collocati all’opposizione.

Queste contraddizioni non possono essere liquidate come semplici tatticismi locali. Qui è in gioco l’immagine stessa dei partiti, la credibilità di un’intera area politica e, soprattutto, il rispetto dovuto a un elettorato che ha compiuto delle scelte e che oggi chiede di potersi orientare sulla base di simboli, programmi e appartenenze chiare e inequivocabili.

Non è in alcun modo giustificabile che forze di centrodestra siano contemporaneamente, o a rotazione, in maggioranza e all’opposizione, apparendo al tempo stesso forza critica e forza di sostegno, alternativa e stampella. Questa ambiguità non rafforza l’amministrazione, ma la indebolisce; e non rafforza il centrodestra, perché lo rende irriconoscibile. Finisce, una siffatta confusione,  solo per alimentare quella disaffezione verso la politica che nasce proprio dalla distanza tra ciò che si dichiara e ciò che si pratica in modo contraddittorio. E in tale contesto, un centrodestra così frammentato rischia inoltre di rendersi corresponsabile di una stagnazione politica e amministrativa che la città non può e non deve più permettersi.

Questo scenario pone il centrodestra aversano di fronte a una responsabilità che va oltre la mera contrapposizione consiliare e apre una fase che impone una compattazione immediata, visibile, capace di offrire alla città un’alternativa politica riconoscibile, coerente e soprattutto affidabile. Non è più il tempo delle sigle isolate o puramente nominali, delle posizioni attendiste, dei distinguo tattici o delle scelte precarie e condizionate: è giunto il tempo irrinunciabile della sintesi politica.

Da qui l’urgenza di un chiarimento pubblico e inequivocabile, che non può e non deve essere ulteriormente rinviato. La compattezza richiesta non è soltanto aritmetica, ma programmatica e valoriale. Serve un’aggregazione stabile, presente nei luoghi del dibattito cittadino, capace di esprimere una voce unitaria nelle istituzioni, di ascoltare il malcontento diffuso e di trasformarlo, in modo coeso, in proposta politica.

Ad Aversa il centrodestra deve tornare a essere visto e percepito non più come una somma di individualità, ma come una naturale aggregazione politica, capace non solo di denunciare le debolezze che la città sta soffrendo, ma anche di indicare una rotta alternativa fondata su competenza amministrativa, radicamento territoriale e chiarezza di intenti. Solo così la fragilità dell’attuale assetto di governo potrà trasformarsi in un’occasione di reale rilancio.

La città è stanca e insofferente a giochi di equilibrio e a sostegni silenziosi, occulti o altalenanti. Ha bisogno di chiarezza, responsabilità e di una politica capace di guardare oltre l’immediato e la precarietà. La   stagione che si apre chiama il centrodestra aversano a una prova di grande maturità e responsabilità: esserci, insieme, in modo riconoscibile. Perché nei momenti di incertezza politica ciò che manca non è soltanto una maggioranza solida, ma una visione capace di unire e di guidare.

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