Parma, cori fascisti in sede Giovani di FdI: scoppia polemica. Donzelli: “Sezione era già commissariata”

di Redazione

Il canto “Me ne frego”, seguito dal coro “Duce, Duce, Duce”, esplode dalle stanze di una sede politica nel centro di Parma e finisce in rete: il video diventa virale e scatena un’ondata di polemiche. È la sera del 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma. A intonare cori e inni sono alcuni giovani riuniti nei locali di Fratelli d’Italia in borgo del Parmigianino, spazi utilizzati anche dal movimento giovanile del partito, Gioventù Nazionale. Sulla vicenda indaga la Digos della Questura.

Le immagini e i cori – Nel filmato si riconoscono voci che cantano “Me ne frego”, in particolare il passaggio: “Se il sol dell’avvenire è rosso di colore, me ne frego di morire sventolando il Tricolor. Ce ne freghiamo della galera, camicia nera trionferà. Se non trionfa sarà un macello col manganello e le bombe a man”. Poi la sequenza di “Duce, Duce, Duce”. L’episodio, ripreso all’interno della sede, è rimbalzato in poche ore su social e siti d’informazione.

Le indagini – La Procura di Parma ha aperto un fascicolo. “Si tratta di un modello 45, non c’è ancora un reato ipotizzato”, ha spiegato il procuratore capo Alfonso D’Avino. “Siamo ancora nella fase esplorativa sulla base delle notizie apprese dalla stampa. Ora bisogna verificare se il fatto sia vero e accertare se possa trasformarsi in una notizia di reato”. Al momento non risultano iscrizioni nel registro degli indagati.

Donzelli: “Sezione già commissariata, da noi chi sbaglia paga” – Sulla vicenda è intervenuto il responsabile nazionale dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, il deputato Giovanni Donzelli, chiarendo che la sezione era stata commissariata da Gioventù Nazionale “ancor prima della pubblicazione del video”. In una nota ha aggiunto: “Da noi chi sbaglia paga, a sinistra non so. Gioventù nazionale aveva provveduto a commissariare la federazione di Parma autonomamente e ben prima che il video venisse pubblicato e circolasse sui media. Da noi non c’è spazio per la nostalgia dei totalitarismi. La sinistra come sempre cerca di montare una polemica priva di senso: i ragazzi di GN erano intervenuti subito, non c’era bisogno che del fatto si accorgessero gli autoproclamati ‘tutori della democrazia’. Non abbiamo invece visto tutta questa solerzia a sinistra nell’intervenire sui circoli in cui i Giovani democratici indossano magliette inneggianti alle Brigate rosse, come accaduto a Vasto, nel condannare gli studenti di sinistra che negli atenei impediscono di parlare a chi non la pensa come loro, o prendere le distanze da chi, nelle piazze Pro Pal, inneggia ripetutamente all’antisemitismo. Nemmeno quando nella stessa Parma i primi di ottobre due assessori e due consiglieri comunali, con la scusa della Palestina, addirittura presenziavano all’occupazione violenta dei binari della stazione. Aspettiamo fiduciosi”.

Il commissariamento locale – A stretto giro il coordinamento regionale di Gioventù Nazionale Emilia-Romagna ha comunicato il commissariamento della sezione parmigiana “per motivi di incompatibilità politica” e l’intenzione di nominare “quanto prima” un commissario.

Il sindaco – Il primo cittadino Michele Guerra ha preso posizione: “I valori che rappresenta questa città sono del tutto alternativi e contrapposti a quelli che senza alcun pudore propagandano nella sede di Fratelli d’Italia, dove si inneggia al Duce, si cantano cori per le camicie nere e gli squadristi. Parma non accetterà né ora né mai squallida propaganda di un tempo passato e orrendo. Non lo ha fatto da 80 anni a questa parte, non lo farà nemmeno adesso”.

Le opposizioni – Dura la nota dei capigruppo Pd, Chiara Braga e Francesco Boccia: “Questa volta la matrice è chiara: giovani inneggiano al Duce in una sede di FdI. Per questo chiediamo a Giorgia Meloni di condannare senza esitazione un episodio grave che offende una città e la storia di un Paese. Meloni dovrebbe ricordare ai suoi, soprattutto ai più giovani, che governa democraticamente eletta perché qualcuno combatté il fascismo anche a costo della vita. E dovrebbe ricordare ai suoi giovani, di cui va tanto fiera, che la Costituzione su cui ha giurato è nata dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione dal nazifascismo”. Sulla stessa linea la segretaria Elly Schlein: “È molto grave. Aspettiamo di sentire una presa di distanza dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ormai tacerà anche questa volta? Chissà”.

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