Manovra 2026, Meloni spinge su Irpef e salari: più risorse a famiglie e imprese

di Redazione

Un pacchetto che rivendica serietà e continuità con le priorità degli ultimi anni: taglio delle tasse, sostegno a famiglie e imprese, sanità. La Manovra per il 2026, approvata in Consiglio dei ministri, viene presentata da Giorgia Meloni come un intervento centrato sul ceto medio e sui salari. «Interveniamo sull’Irpef, ci concentriamo sul ceto medio» con una misura che pesa «circa 2,8 miliardi di euro», «mettiamo 1,9 miliardi sui salari con detassazione dei premi di produttività e turni festivi e notturni».

«Dedichiamo alla famiglia 1,6 miliardi di euro in più, aumentiamo da 40 a 60 euro al mese il bonus mamme lavoratrici». La presidente del Consiglio parla di una legge di bilancio «seria» che «si concentra sulle stesse grandi priorità delle precedenti: famiglia e natalità, riduzione delle tasse, sostegno alle imprese e sanità», e ringrazia la maggioranza «per la compattezza» e per aver lavorato «guardando al risultato». Il «grosso delle coperture» arriva da tagli alla spesa della Presidenza del Consiglio e dei ministeri, spiega il premier.

Salari e rinnovi – Sul lavoro povero, l’esecutivo punta a «stimolare i rinnovi contrattuali per i redditi fino 28mila euro», prevedendo che «sulla parte di incremento si applichi l’aliquota del 5% sia per i rinnovi 2026 ma anche per il 2025». Rispondendo al monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sui salari, Meloni sottolinea: «Sappiamo che in Italia c’è un problema legato ai salari, che non si risolve da un giorno all’altro. Nei dieci anni precedenti al nostro governo, il potere d’acquisto dei salari italiani diminuiva di oltre il 2% mentre nel resto d’Europa cresceva del 2,5%. La buona notizia è che adesso questa tendenza si è invertita: i salari hanno ripreso a crescere più dell’inflazione, quindi la strategia che il governo ha messo in campo sta dando dei frutti».

Imprese e investimenti – «Per le imprese parliamo di circa 8 miliardi di investimenti». In Manovra figurano «super e iper ammortamento con investimenti ammessi pari a 4 miliardi di euro», con la possibilità, aggiunge Meloni, di usare la revisione a medio termine della politica di coesione «per aumentare sensibilmente queste risorse». Nessuna «tassazione sugli extraprofitti», precisa il premier: «Comprendo il principio culturale alla base di questa richiesta».

Il capitolo banche – «Per il sistema del credito non temo un contraccolpo: abbiamo parlato con queste persone, il mio intento non è punitivo», afferma Meloni, spiegando che l’azione del governo è «concentrarsi su priorità come la famiglia, i lavoratori mantenendo la traiettoria del deficit e del debito» così da restare credibili, condizione che «beneficia anche il sistema bancario». Nelle coperture, aggiunge, «c’è un importante contributo degli istituti bancari e assicurativi che voglio ringraziare». Sulla stessa linea il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «Le banche e le assicurazioni accettano, non certo di buon umore, a malincuore. Riteniamo che l’impatto complessivo sia assolutamente accettabile. Abbiamo un sistema bancario solido e molto profittevole». Quanto alla misura che consente di pagare un’aliquota ridotta per svincolare il capitale posto a riserva con la legge del 2023, «le banche faranno le loro valutazioni in base ai risultati di quest’anno che però mi sembra vadano bene». «Il rischio che queste risorse non arrivino c’è sempre», osserva il ministro, invitando però a guardare «le politiche dei dividendi che le banche hanno promesso ai loro azionisti. Decideranno se liberare questo capitale o meno e noi offriamo di farlo con aliquote interessanti».

Pensioni – «Per l’aumento dell’età pensionistica, la sterilizzazione è confermata con un mese in più dal 2027 e altri 2 dal 2028», chiarisce Giorgetti. Sulle minime, «abbiamo previsto un incremento di 20 euro mensili».

Fisco e Irpef – La sterilizzazione del taglio dell’Irpef «sarà sopra i 200mila euro, chi è tra 50 e 200mila euro beneficerà della riduzione dell’aliquota». «Queste sono le proposte governo in Parlamento, poi certo il Parlamento è sovrano», aggiunge il ministro.

Rottamazione – La definizione agevolata «ha durata 9 anni con rate bimestrali di identico importo aperta a tutti coloro che hanno dichiarato e non versato, non è un condono per coloro che hanno fatto i furbi» non dichiarando, precisa Giorgetti. «Abbiamo discusso su una rata minima di 100 euro ma al momento abbiamo deciso di no».

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