Un attacco armato contro un autobus alle porte di Gerusalemme ha insanguinato lo svincolo di Ramot Alon. Almeno sei persone hanno perso la vita e una quindicina sono rimaste ferite nel blitz compiuto da due attentatori, entrambi palestinesi originari della Cisgiordania, che sono saliti a bordo del mezzo e hanno aperto il fuoco sui passeggeri. I due assalitori sono stati “neutralizzati” dalle forze di sicurezza israeliane. Lo riferisce il Magen David Adom, il servizio di emergenza dello Stato ebraico.
Hamas elogia attacco – Secondo quanto riportato da Channel 12, l’attentato sarebbe stato portato a termine da due uomini partiti da villaggi nell’area di Ramallah, la cui identità è ancora in fase di accertamento. Hamas, attraverso un messaggio diffuso su Telegram, ha definito l’attacco “un’azione eroica” e “una risposta naturale ai crimini dell’occupazione”. La dichiarazione è stata rilanciata poco dopo la conferma del bilancio delle vittime da parte delle autorità sanitarie israeliane.
Israele minaccia la “distruzione totale di Gaza” – Durissima la reazione del ministro israeliano di ultradestra Bezalel Smotrich, che ha chiesto lo smantellamento dell’Autorità nazionale palestinese: “Lo Stato di Israele non può accettare un’Autorità nazionale palestinese che cresce ed educa i propri figli per uccidere gli ebrei. Deve scomparire dalla mappa e i villaggi da cui provengono i terroristi dovrebbero assomigliare a Rafah e Beit Hanoun”. Il ministro della Difesa Israel Katz ha rilanciato la linea dura del governo Netanyahu: “Questo è un ultimo avvertimento agli assassini e agli stupratori di Hamas a Gaza e negli hotel di lusso all’estero: rilasciate gli ostaggi e deponete le armi, altrimenti Gaza sarà distrutta e voi sarete annientati”. Secondo Hamas, il numero dei morti nella Striscia dal 7 ottobre 2023 ha raggiunto almeno 64.368, con oltre 162.700 feriti.
La reazione internazionale – “Esprimo ferma condanna per l’attacco a Gerusalemme dove hanno perso la vita degli innocenti. Il terrorismo non può prevalere in nessun modo e lo combatteremo senza alcuna incertezza”, ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo: “Tutta la mia vicinanza ai familiari delle vittime coinvolte. Basta violenza, basta guerra. La priorità rimane quella di un immediato cessate il fuoco, di una rapida soluzione politica che porti a ‘due popoli – due Stati’ per dare pace e stabilità al Medioriente”.
L’Onu accusa Israele di “retorica genocida” – Mentre si contano i morti a Gerusalemme, la tensione resta altissima anche sulla Striscia di Gaza. Dall’alba di oggi almeno 21 palestinesi sarebbero stati uccisi, secondo quanto riportato da al Jazeera, in una nuova serie di bombardamenti israeliani su Gaza City e sui campi di sfollati. In apertura della 60esima sessione del Consiglio Onu per i Diritti Umani, l’Alto commissario Volker Turk ha lanciato un’accusa pesantissima contro i vertici di Tel Aviv: “Sono inorridito dall’utilizzo aperto di una retorica genocida e della vergognosa disumanizzazione dei palestinesi da parte di alti funzionari israeliani”. Turk ha chiesto una “risposta più decisa della comunità internazionale per mettere fine al massacro”.
Trump: “Ultimatum a Hamas, o sarà annientata” – In un momento cruciale per i negoziati, gli Stati Uniti hanno presentato una nuova proposta di tregua per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Il presidente Donald Trump ha affermato che Israele ha accettato le condizioni dell’accordo americano e ha lanciato un ultimatum al gruppo fondamentalista: “Presto si arriverà a un accordo. È ora che anche Hamas le accetti, se non lo farà ci saranno gravi conseguenze. Questo è il mio ultimo avvertimento, non ce ne sarà un altro”. Trump si è detto fiducioso sul rilascio imminente degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas: “Avremo un accordo a Gaza molto presto. Tutti vogliono che gli ostaggi tornino a casa. Gli israeliani hanno accettato le mie condizioni. È ora che anche Hamas le accetti”. Secondo la bozza di tregua statunitense, tutti i 48 ostaggi israeliani dovrebbero essere rilasciati il primo giorno in cambio della liberazione di migliaia di miliziani palestinesi.
Crosetto: “Se l’Onu si ritira, pronti a rimanere da soli” – Intanto il ministro della Difesa Guido Crosetto, parlando della missione Unifil a margine dell’82esimo anniversario della Difesa di Roma, ha ribadito l’impegno italiano in Medio Oriente: “Difenderemo il più possibile la nostra presenza all’interno del mandato Onu. Se l’Onu deciderà di ritirarla, proporrò al Parlamento un ampliamento della missione bilaterale che ha l’Italia, perché non si abbandona un popolo. Possiamo farlo anche da soli, non con la forza dell’Onu. Occorre che una nazione sappia prendersi delle responsabilità anche singole”.