Controlli congiunti della Guardia Costiera, dei Carabinieri e dell’Asl questa mattina sulla spiaggia dei Maronti, a Ischia, dove da settimane si moltiplicavano segnalazioni di occupazioni abusive e gestione irregolare delle concessioni marittime. Denunce puntuali, giunte anche al deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha effettuato un sopralluogo insieme ai cittadini esasperati da una situazione sempre più al limite.
Ombrelloni piantati ben oltre i limiti delle concessioni, aree pubbliche occupate da privati che noleggiano pedalò, libertà di accesso alla battigia ostacolata: questo il quadro emerso dalle ispezioni, già segnalato da numerosi bagnanti. Una famiglia ha raccontato di essere stata allontanata con veemenza: il loro ombrellone sarebbe stato divelto e lanciato in aria da uno degli operatori che gestiscono il fitto di pedalò. A pochi metri, il titolare di un lido avrebbe invaso sistematicamente la spiaggia libera per piazzare i suoi ombrelloni a pagamento, in attesa dei clienti.
A seguito delle segnalazioni, Francesco Emilio Borrelli, parlamentare di Alleanza Verdi – Sinistra, si è recato personalmente sulla spiaggia dei Maronti per raccogliere testimonianze, confrontarsi con i gestori e verificare la fondatezza delle denunce. “Quello che accade ai Maronti è la fotografia di un fenomeno diffuso in molte zone costiere dove i furbetti pensano di trasformare le spiagge pubbliche in aree private, zone franche in cui a comandare è la legge del più forte e del più prepotente. Bisogna rispondere colpo su colpo a questi abusi, senza tollerare nessuna forma di appropriazione indebita di beni che appartengono a tutti. Le spiagge libere devono restare libere. È fondamentale che le forze dell’ordine intensifichino i controlli per garantire il rispetto delle regole e fermare gli atteggiamenti predatori di chi gestisce concessioni e pretende di allargare il proprio dominio a danno dei cittadini. Lo Stato deve dimostrare che è più forte dell’illegalità diffusa che rischia di diventare normalità”, ha dichiarato il deputato.