Carinaro (Caserta) – Si accende lo scontro politico a Carinaro. Il sindaco Annamaria Dell’Aprovitola, la presidente del Consiglio Mariagrazia Barbato e l’intera maggioranza consiliare replicano duramente al consigliere di opposizione Stefano Masi, accusandolo di trasformare ogni occasione istituzionale in un attacco personale.
«C’è chi lavora in silenzio per il bene della comunità, e poi c’è il consigliere Stefano Masi: sempre pronto a salire in cattedra, soprattutto quando c’è da lanciare qualche insulto gratuito o qualche accusa a effetto. Lo fa regolarmente, ormai è il suo mestiere: l’eterno candidato a qualcosa che non arriva mai», affermano sindaco e maggioranza in una nota congiunta. «C’è un momento, però, nella vita politica di ogni amministratore serio, in cui si capisce che gestire un Comune non è una sfilata, ma un lavoro complesso, fatto di scelte, di responsabilità e, sì, anche di qualche imperfezione tecnica o burocratica. Chi ha amministrato davvero – chi ci ha messo la faccia, firmato atti, affrontato problemi – lo sa bene: l’errore può esistere. L’ingranaggio non è sempre perfetto. Solo chi non ha mai amministrato non sa che la realtà è fatta di complessità», proseguono.
Il j’accuse diventa ancora più diretto: «I puristi da tastiera, invece, predicano perfezione senza aver mai retto il peso di una decisione vera, atteggiandosi a maestrini col registro vuoto, pronti a giudicare senza mai aver scritto una riga di responsabilità. E infatti nell’ultimo consiglio comunale ha nuovamente dato spettacolo. Non di idee, non di competenza, ma di livore». Poi la stoccata: «Parlare del “consiglio comunale umiliato”? Curioso, detto da chi è durato sei mesi alla carica di amministratore e poi ha scelto la via più facile: le dimissioni (o la cacciata?! Non si è mai saputo, disse Totò). Quando si è trattato di amministrare, ha fatto retromarcia. Quando si tratta di commentare, invece, non si tira mai indietro. Non si stanca mai di scrivere il solito post indignato del giorno. Altro che professore: ha abbandonato la cattedra prima del primo esame».
Il riferimento va anche alle ultime elezioni amministrative: «I cittadini hanno parlato chiaramente: 1.300 voti di scarto sono un giudizio netto. Ma niente, il consigliere Masi ancora non se ne fa una ragione. Si sveglia ogni giorno con uno slogan velenoso e una convinzione incrollabile: prima o poi tutti gli riconosceranno di essere il migliore». Infine, l’affondo: «Per chi come lui continua a vivere in campagna elettorale permanente, il consiglio comunale è solo un palcoscenico. Peccato che il pubblico abbia già cambiato canale. Nel frattempo, noi lavoriamo. Con serietà, senza sceneggiate. Per carità, capiamo la frustrazione: sognare per anni una fascia tricolore e trovarsi con in mano solo un login di Facebook può dare alla testa. Ma la differenza è tutta lì: noi amministriamo, lui si autointervista; noi firmiamo atti, lui firma post; noi ci assumiamo responsabilità, lui si assegna meriti mai avuti; noi abbiamo vinto le elezioni, lui punta ai like delle solite quattro anime; noi siamo stati scelti dai cittadini. È e resta ciò che i cittadini hanno già deciso che sia: il sindaco mancato e l’autore non richiesto della sua autobiografia immaginaria».