Aversa, la pratica filosofica per l’inclusione: il modello dell’Isiss Conti alla Scuola di ACUto

di Redazione

Aversa (Caserta) – Si è tenuta ad Albano Laziale, nei giorni corsi, la 26esima edizione della “Scuola di ACUto”, diretta dal filosofo Antonio Cosentino. Anche quest’anno si è vista la partecipazione di filosofi, pedagogisti e specialisti in pratiche filosofiche di comunità, provenienti da tutte le regioni d’Italia e dalla Svizzera.

Tra i relatori intervenuti alla tavola rotonda del 18 luglio era presente il formatore del Crif Nicola Di Foggia, di origini aversane, che ha raccontato la sperimentazione che si sta realizzando ad Aversa con l’introduzione di una metodologia innovativa in alcune scuole del territorio. A cominciare dall’Isiss “Osvaldo Conti”, dove si è realizzata una Agorà aperta alla città, uno spazio urbano gestito da formatori ed esperti del Crif, e da studenti che, animando Comunità di Indagini Filosofiche, assumono di fatto dal basso la funzione di mediatori filosofici e culturali nel proprio territorio: a partire dalla propria scuola e dai propri contesti di vita, aprono così strade assolutamente nuove all’inclusione dei più fragili e rendono possibile quello che prima era impossibile: la trasformazione di storie di vulnerabilità in storie di resilienza, in un territorio come il nostro, caratterizzato da importanti tassi di dispersione scolastica, e di devianza e marginalità giovanile.

“Non sarebbe stato possibile – dice il professor Nicola Di Foggia – senza la volontà istituzionale e la decisa leadership culturale e pedagogica della dirigente Filomena Di Grazia e il coordinamento quotidiano con la professoressa Patrizia Bocchino, la creazione di uno spazio inclusivo che consenta di decostruire ogni pregiudizio e liberare le energie dei giovani, sia locali che stranieri, dal vincolo d’odio che creano i linguaggi categorizzanti e definitori. La sfida intrapresa, da già quasi tre anni all’Isiss e Liceo Coreutico del Conti, è quella di creare nuove possibilità per sostenere la creazione di progetti di vita dei più fragili del territorio, introducendo la pratica filosofica di comunità nelle scuole professionali e tecniche, e creando ‘reti riflessive solidali’ sia in orizzontale che in verticale tra le studentesse e gli studenti del territorio, coinvolgendo nella rete le altre scuole del territorio, che per cultura e dinamismo sono pronte a collaborare alla costruzione di un polo sperimentale territoriale per implementare una metodologia capace di trasformare l’esistente, ridando alla scuola la centralità dell’intenzionalità educativa, formativa e trasformativa del territorio, come l’istituto tecnico “Carlo Andreozzi”, diretto da Annalisa Marinelli, e l’istituto comprensivo “Gaetano Parente”, diretto da Angela Sodano, dove presto saranno inaugurate due aule filosofiche nella storica sede di via Salvatore di Giacomo, poco distante dal borghetto dietro Santa Maria a Piazza, antico ghetto ebraico, simbolo del dialogo interreligioso ad Aversa”.

“Allo stesso tempo – conclude il professor Di Foggia – la sfida è quella di mettere la filosofia e le sue pratiche alla prova delle fragilità del sistema educativo italiano. Per questo motivo è decisiva l’attenzione scientifica e sperimentale del Crif al nostro territorio. La presenza diretta di studiosi sul territorio, da Antonio Cosentino a Maria Miraglia, da Alessandro Volpone a Fabio Mulas, ispessisce un’azione trasformativa sul territorio, coerentemente con l’azione che da anni svolge, e non solo sul territorio aversano, la formatrice Crif Giuseppina Giuliano, per la creazione di una rete di docenti riflessivi con lo strumento delle pratiche filosofiche di comunità”. “L’impegno del Crif, unitamente al monitoraggio costante e alla sollecitudine civica, etica e scientifica della cattedra di Pedagogia Generale e Sociale della Federico II, della professoressa Maura Striano, apre la strada – conclude – a che questa sperimentazione diventi un’ancor più solido presidio permanente di Indagine Filosofica e Pedagogica sui bisogni educativi del territorio”.

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