Un vero e proprio giro d’Italia dell’abusivismo sanitario quello tracciato dai carabinieri del Nas, che hanno fatto emergere un inquietante sottobosco di irregolarità nel settore della medicina estetica. Un’operazione a tappeto, coordinata con il Ministero della Salute e avviata nei mesi scorsi in seguito a una serie di episodi drammatici, ha portato al sequestro di 14 centri estetici e alla denuncia di 104 persone. Dalle strutture abusive alle farmacie riconvertite illegalmente in ambulatori, passando per il mercato nero online: le cure “fai da te” sembrano non conoscere confini.
Numeri allarmanti – I dati sono eloquenti: su 1.160 ispezioni effettuate da Nord a Sud del Paese, ben 132 strutture sono risultate irregolari — una su quattro. I carabinieri hanno riscontrato 32 illeciti penali, tra cui esercizio abusivo della professione sanitaria, apertura illegale di ambulatori, gestione di farmaci scaduti, ricettazione di medicinali ospedalieri e falsificazione di titoli professionali. Alle violazioni penali si aggiungono 156 sanzioni amministrative, per un ammontare di 130mila euro, legate al mancato rispetto delle normative regionali e della legge sull’attività di estetista. In totale, sono stati sequestrati farmaci e dispositivi medici per un valore di 3,5 milioni di euro. Un bottino che rivela l’ampiezza del fenomeno, reso ancora più preoccupante dalla presenza di operatori non qualificati che praticano trattamenti ad alto rischio, come iniezioni di filler, impianti sottocutanei e applicazioni di Prp (plasma ricco di piastrine).
I casi più gravi: Milano, Roma e Napoli – Tra gli episodi emblematici spicca quello del Nas di Milano, che ha individuato un ambulatorio polispecialistico abusivo all’interno di una struttura estetica. Il legale rappresentante è stato denunciato e l’attività sospesa d’urgenza dall’autorità sanitaria locale. A Roma, una persona è stata deferita all’autorità giudiziaria per aver eseguito iniezioni di acido ialuronico senza abilitazione sanitaria, presentando una certificazione estera non riconosciuta. I carabinieri hanno sequestrato siringhe, aghi, filler e documentazione relativa a numerosi pazienti. Non meno grave la situazione rilevata a Napoli, dove il Nas ha sottoposto a sequestro le aree di una farmacia trasformate abusivamente in centro estetico, con tanto di attrezzature per trattamenti di “estetica avanzata”.
Anche il web nel mirino: oscurati siti e-commerce illegali – L’operazione ha incluso anche un monitoraggio dei canali digitali. I militari hanno individuato e oscurato portali internet che promuovevano o vendevano dispositivi medici iniettabili e farmaci soggetti a prescrizione, spesso ospitati su server esteri e gestiti in forma anonima. I prodotti in questione, talvolta etichettati in modo irregolare, venivano pubblicizzati come soluzioni miracolose, ma distribuiti senza alcun controllo medico.
Il prezzo più alto: le vite umane – Dietro i numeri, i sigilli e le denunce, ci sono storie tragiche. Solo a Roma, negli ultimi mesi, tre donne hanno perso la vita dopo interventi estetici effettuati in strutture non autorizzate. L’ultimo dramma ha riguardato una cittadina ecuadoriana di 46 anni, deceduta dopo una liposuzione eseguita in un ambulatorio abusivo. È proprio a fronte di questa scia di decessi che l’Arma ha intensificato i controlli nel mese di maggio. “Recenti e drammatici episodi di cronaca legati a interventi di chirurgia estetica effettuati da personale non qualificato, incurante delle gravi conseguenze che possono derivare da prestazioni eseguite in assenza di adeguata preparazione medico-professionale, con apparecchiatura non idonea e in locali carenti dei minimi requisiti sanitari e strutturali”, spiegano i carabinieri del Nas, a conclusione di un’indagine che getta luce su una realtà pericolosa e troppo spesso sottovalutata.
Un “far west” da arginare – Il bilancio tracciato dall’inchiesta restituisce l’immagine di un settore ancora poco regolamentato, dove il confine tra medicina ed estetica diventa troppo spesso un alibi per aggirare norme e competenze. La medicina estetica – che richiede competenze cliniche, igiene rigorosa e attrezzature certificate – si sta trasformando in un terreno fertile per operatori improvvisati, pronti a mettere a rischio la salute dei pazienti in nome del profitto. IN ALTO IL VIDEO