Mentre il conflitto in Ucraina si trascina senza una soluzione all’orizzonte, il dibattito internazionale si infiamma tra aperture al dialogo, condanne a Mosca e nuove alleanze militari. Il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance ha definito “eccessive” le richieste avanzate dalla Russia per un eventuale cessate il fuoco, ma ha lasciato intravedere uno spiraglio di fiducia: “Non sono così pessimista sulle possibilità di porre fine alla guerra”.
Un’apertura, quella dell’amministrazione Trump, che però si scontra con la posizione dell’Unione europea. Intervenendo all’Europarlamento, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha criticato duramente l’atteggiamento del Cremlino: “Abbiamo visto tutti come negozia la Russia. Bombarda, intimidisce e seppellisce le promesse sotto le macerie. Putin vuole costringere l’Ucraina ad accettare l’inaccettabile”. Per von der Leyen, riaprire ai combustibili fossili di Mosca “sarebbe un errore storico”. “Il gas e il petrolio russi restano una fonte chiave di finanziamento per la macchina da guerra del Cremlino – ha detto – e dobbiamo spezzare questa dipendenza”.
La posizione europea trova pieno sostegno anche da parte della presidenza polacca, mentre a Strasburgo cresce il consenso attorno alla roadmap proposta da Bruxelles per affrancarsi dall’energia russa. “La posta in gioco è enorme”, ha ribadito von der Leyen, “ed è nostro dovere rafforzare la posizione dell’Ucraina per garantire una pace giusta e duratura, fondata sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di Kiev”.
Sul fronte diplomatico, intanto, Francia e Germania stringono i ranghi. A Parigi, il presidente Emmanuel Macron e il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno annunciato la creazione di un Consiglio di difesa e sicurezza comune. Un segnale chiaro alla comunità internazionale, ma anche agli alleati. “Come europei siamo pronti a contribuire – ha detto Merz – ma la guerra in Ucraina non finirà senza un maggiore coinvolgimento politico e militare degli Stati Uniti. E lo ribadisco a ogni incontro con i nostri partner americani: abbiamo bisogno che Washington resti impegnata, anche e soprattutto nella Nato”.
E proprio da Washington arriva l’ennesima dichiarazione destinata a far discutere. Il presidente Donald Trump è tornato a criticare l’esclusione della Russia dal G7, sostenendo che quella scelta, avvenuta nel 2014 dopo l’annessione della Crimea, abbia “provocato l’invasione dell’Ucraina”. “Una decisione molto sciocca”, ha detto. Tuttavia, ha ammesso che “non è questo il momento giusto per reintegrare Mosca nel gruppo”.
Trump si è anche detto disponibile ad avviare colloqui con Russia e Cina per affrontare il tema della proliferazione nucleare e puntare a una riduzione degli arsenali. A riportarlo è stato ancora una volta J.D. Vance, sottolineando la volontà americana di non chiudere completamente le porte al confronto multilaterale, a patto che non sia dettato da ricatti o minacce.