Sant’Arpino, il Tar boccia affidamento servizio idrico: scatta interrogazione dell’opposizione

di Redazione

Sant’Arpino (Caserta) – Una sentenza che scuote le fondamenta amministrative del Comune di Sant’Arpino e accende i riflettori su un presunto conflitto d’interessi. È quanto emerge dal pronunciamento numero 7595/2025 del Tar Lazio, depositato il 16 aprile, che ha respinto il ricorso del Comune contro la delibera Anac numero 258 del 13 giugno 2023, sancendo l’illegittimità dell’affidamento diretto del servizio idrico integrato alla società “Acquedotti S.c.p.A”.

Una decisione che, secondo i giudici, ha violato le regole sulla concorrenza, escludendo indebitamente altri operatori economici e compromettendo la trasparenza delle procedure. Ma a preoccupare ancor più di quanto scritto nelle carte del tribunale è il silenzio calato sull’intera vicenda da parte dell’Amministrazione comunale, che – denunciano i consiglieri Domenico Cammisa, Francesco Pezone e Salvatore Lettera del gruppo consiliare “Misto” – a oltre due settimane dalla sentenza, non ha ritenuto di informare né il Consiglio né la cittadinanza.

In una dettagliata interrogazione a risposta scritta rivolta al sindaco Eugenio Di Mattia e ai responsabili delle aree amministrative, i tre esponenti dell’opposizione chiedono conto non solo delle implicazioni giuridiche della sentenza, ma anche di un altro aspetto emerso dagli atti ufficiali: la nomina del primo cittadino a componente del Comitato Tecnico Consultivo di Acquedotti, avvenuta con delibera del Consiglio di Amministrazione della società il 28 settembre 2023. Una nomina posteriore alla segnalazione di irregolarità da parte dell’Anac e che, agli occhi dei consiglieri, solleva interrogativi gravi sull’opportunità e sulla coerenza istituzionale. “Una situazione che sfida ogni logica – dichiarano i consiglieri –. Invece di prendere le distanze da una gestione censurata da due autorevoli organismi terzi, il sindaco ha accettato un incarico all’interno della società contestata. È inaccettabile e chiediamo chiarezza, trasparenza e l’attivazione immediata degli organi di controllo”.

Non meno rilevante il riferimento, contenuto nell’interrogazione, alla figura del professor Giuseppe Limone, autore e garante del programma elettorale della lista “Risorgimento Atellano. “Proprio quel programma – ricordano i firmatari dell’atto ispettivo – prometteva una verifica rigorosa e imparziale sulla gestione di Acquedotti S.c.p.A. A distanza di quasi due anni e con due pronunciamenti ufficiali che parlano chiaramente di illegittimità, i consiglieri si chiedono: il professor Limone era a conoscenza della nomina del sindaco? E se sì, è compatibile con il suo ruolo accademico ed etico continuare a sostenere un’Amministrazione che, secondo Anac e Tar, ha violato principi fondamentali?”.

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