Un grave incidente sul lavoro ha scosso la comunità di Brendola nella mattinata di lunedì 5 maggio, quando, intorno alle ore 7, Raffaele Galano, 58 anni, originario di Aversa (Caserta) ma da tempo residente a Vicenza, ha perso la vita all’interno dello stabilimento “Aristoncavi”, azienda leader nella produzione di cavi elettrici speciali, situata in via Luigi Einaudi.
Secondo una primaricostruzione, Galano, capoturno con oltre trent’anni di esperienza alle spalle, stava eseguendo un’operazione su uno dei macchinari dell’impianto quando, per cause ancora in fase di accertamento, avrebbe improvvisamente perso l’equilibrio. Alcune testimonianze parlano di un possibile malore. Quel che è certo è che l’operaio è caduto nei pressi dell’apparecchiatura, finendo con un braccio tra gli ingranaggi. Il macchinario lo ha trascinato con violenza, uccidendolo sul colpo.
A notare l’accaduto sono stati i colleghi, che hanno immediatamente attivato le procedure di emergenza e liberato il corpo della vittima, mentre veniva allertato il Suem 118. Sul posto sono giunti anche i Vigili del fuoco di Arzignano, i carabinieri e il personale dello Spisal dell’Ulss 8 Berica. Nonostante i tempestivi soccorsi e i tentativi di rianimazione, il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso del 58enne.
Galano lavorava alla “Aristoncavi” da ben 33 anni, considerato una figura esperta e affidabile all’interno dello stabilimento. Viveva a Vicenza con la moglie e due figli. La sua morte ha suscitato profonda commozione, non solo tra i colleghi, ma anche tra sindacati e vertici aziendali.
«Siamo profondamente scossi da quanto accaduto», ha fatto sapere l’azienda in una nota ufficiale. «Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia del nostro collaboratore. Stiamo fornendo piena collaborazione alle autorità per fare chiarezza sulle cause dell’incidente».
Non si è fatta attendere la presa di posizione del sindacato. Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto, ha commentato con parole amare: «Un’azienda attenta alla sicurezza, un lavoratore esperto, eppure non è bastato. Lo ripetiamo da tempo: non esistono isole felici. Il Primo Maggio ci ha ricordato quanto la sicurezza debba essere una priorità quotidiana. L’obiettivo “zero morti sul lavoro” non può più attendere».
Le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’infortunio sono ora in mano ai carabinieri e ai tecnici dello Spisal. Un’inchiesta che dovrà far luce su eventuali responsabilità e su possibili falle nei protocolli di sicurezza.