“Non riusciranno mai a prendermi”, si vantava al telefono uno dei membri del gruppo, ignaro di essere già nel mirino degli investigatori. E invece, la promessa di impunità si è infranta all’alba, quando i carabinieri della Compagnia di Monopoli hanno stretto le manette ai polsi di sei uomini — tra i 27 e i 63 anni — tutti legati a vario titolo a una serie di reati predatori consumati e tentati in Puglia ai danni di persone anziane.
L’operazione, scattata all’alba in provincia di Brindisi, è il risultato di un’indagine articolata, condotta sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica. In campo anche il Nucleo Cinofili di Modugno, il 6° Nucleo Elicotteri di Bari, lo Squadrone Eliportato “Cacciatori Puglia” e diversi reparti territoriali. Le accuse spaziano dalla tentata rapina alla ricettazione, fino alla detenzione di armi clandestine. In tutto, sono nove gli indagati. Per sette di loro è scattata un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Brindisi: cinque in carcere, uno ai domiciliari, uno con obbligo di firma.
Il volto della banda: identità e profili – I nomi dei destinatari della misura cautelare sono Francesco Cofano (27 anni, di Pezze di Greco), Giuseppe Lapadula (57, originario di Torino ma residente a Fasano), Pietro Monaco (30, di Savelletri), Vitantonio Semeraro (63, anch’egli di Pezze di Greco), e Teodoro Sorato (57, di Ostuni): per loro si sono aperte le porte del carcere. Carlo Cofano (44, di Pezze di Greco) è stato posto ai domiciliari, mentre alla 50enne M.C., di Fasano, è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Anziani nel mirino: il piano fallito a Martina Franca – Vittime preferite della banda erano anziani, in particolare donne sole che vivevano in zone isolate. L’episodio più inquietante riguarda una 77enne residente nelle campagne di Martina Franca. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo aveva pianificato ogni dettaglio: un falso pacco da consegnare per entrare in casa, maschere in lattice da anziano per travestirsi, fascette per immobilizzare la vittima, e persino un martello pneumatico per sradicare una cassaforte che, a loro dire, conteneva circa 400mila euro. “Speriamo che domani è il giorno che ce ne andiamo in pensione“, si auguravano in una conversazione intercettata. Ma il colpo svanì quando, lungo la strada per l’abitazione, incrociarono una pattuglia. Nella fuga, spargendo chiodi a tre punte sull’asfalto, cercarono di seminare i militari. Inutile.
La rapina sventata e le urla salvifiche – Un altro tentativo fu compiuto il 1 maggio 2023, in via Gaito, a Fasano, ai danni di una donna di 80 anni. Secondo l’accusa, Lapadula, Semeraro e un complice non identificato irruppero in casa, afferrarono la pensionata per un braccio e la imbavagliarono. Le grida della donna, però, misero in allarme il vicinato, costringendo i malviventi alla fuga.
Furti d’auto e cavallo di ritorno – Numerosi anche i furti di autovetture. Lapadula, in particolare, è ritenuto responsabile del furto di quattro Alfa Romeo (tre Giulietta e una 147) e di una Fiat Panda. In uno dei casi, la restituzione dell’auto fu promessa solo previo pagamento di 500 euro, un classico esempio di “cavallo di ritorno”. La Panda, sottratta nel centro di Fasano, doveva servire per una rapina al mercato ortofrutticolo. Il 5 gennaio 2023, sempre Lapadula e Semeraro, con un altro complice, tentarono una rapina ai danni di un dipendente della stazione di servizio Eni a Stomazzelli, nell’agro di Monopoli. Anche in quel caso, utilizzavano una Giulietta rubata il giorno prima.
Armi – Durante le perquisizioni, è stata trovata nella disponibilità di Lapadula una pistola “Amedeo Rossi” calibro 38 special, prodotta in Brasile, con 10 cartucce pronte all’uso, occultate in un mobile della sua abitazione.
Intercettazioni – L’intera inchiesta si è sviluppata lungo tutto il 2023 e si è avvalsa di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, ma anche di pedinamenti e perquisizioni. I carabinieri della Sezione operativa di Monopoli hanno documentato almeno quattro tentativi di rapina, oltre a furti e atti estorsivi nei territori di Fasano, Monopoli e Martina Franca. “Ieri mi volevo fare una banca, ma non ci vado perché ci sono un sacco di telecamere”, diceva uno degli indagati, mostrando una consapevolezza criminale tanto cinica quanto arrogante. IN ALTO IL VIDEO