Pellet non conforme sul mercato: sequestrati oltre 26mila sacchi

di Redazione

Una massiccia operazione condotta dai finanzieri del comando provinciale di Verona ha smascherato una frode commerciale nel settore del pellet, combustibile sempre più diffuso per il riscaldamento domestico. Al centro dell’attività ispettiva, coordinata dalla Compagnia di Legnago, una società con sede nella bassa veronese, che avrebbe messo in commercio prodotti con certificazioni contraffatte e informazioni ingannevoli destinate a trarre in errore i consumatori.

Le indagini hanno permesso di accertare l’utilizzo illecito del marchio ENplus, certificazione di rilevanza internazionale che attesta la qualità del pellet sia in termini di rendimento energetico che di rispetto delle normative ambientali. Un’etichetta particolarmente apprezzata, anche perché necessaria in alcune aree italiane per l’impiego dei combustibili solidi.

Secondo quanto emerso, i sacchi commercializzati dalla società riportavano valori di potere calorifico significativamente più alti rispetto a quelli reali. Una strategia pensata per incentivare l’acquisto, ma che configurava una vera e propria pratica ingannevole. Non solo: gran parte della merce risultava importata da Paesi extra UE e da fornitori non autorizzati, in palese contrasto con quanto riportato in etichetta, e in violazione delle disposizioni sulla libera vendita sul territorio nazionale.

A confermare la non conformità dei prodotti è stato anche l’intervento dell’Aiel – Associazione Italiana Energie Agroforestali, attraverso un proprio tecnico esperto del Gruppo pellet ENplus, nonché responsabile delle certificazioni, che ha certificato l’irregolarità della merce.

L’operazione si è conclusa con il sequestro di 16.889 sacchi da 15 chili, tutti con marchi contraffatti o con specifiche non veritiere, oltre a 9.578 confezioni prive delle indicazioni obbligatorie in lingua italiana, altro aspetto che ne precludeva la regolare immissione sul mercato. Il legale rappresentante della società è stato denunciato all’autorità giudiziaria competente per i reati di frode nell’esercizio del commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. IN ALTO IL VIDEO

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