Aversa, caos e offese personali durante Consiglio su Corte dei Conti

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Più che un Consiglio comunale, in alcuni momenti, sembrava di assistere ad un teatro dell’irrealtà, in altri ad un vero e proprio mercato. Che brutto è stato assistere, per fortuna in streaming, alla seduta di lunedì 19 dicembre. Si è giunti anche alle offese personali. – continua sotto –  

Un caos alimentato anche dalla mancanza di esperienza del neo presidente dell’Assise, Roberto Romano, che era alla sua seconda conduzione. Una seduta che si è sviluppata, praticamente, per l’intera giornata, dalle 9 a sera inoltrata. In discussione la prescrizione della Corte dei Conti che ha ordinato la riapprovazione di due consuntivi, del 2017 e 2018 e del bilancio programmatico 2022-2024, oltre ad un piano di rientro per evitare di arrivare alla dichiarazione di dissesto dell’ente. In pratica, la magistratura contabile, così come avevano fatto notare diversi consiglieri di opposizione, ha reputato di difficile esazione diversi milioni di tributi, per cui i bilanci andavano rivisti.

Che sarebbe stata una seduta di quelle toste lo si è intuito quando, praticamente all’inizio, il consigliere Paolo Santulli (Pd – sponda opposizione) ha chiesto spiegazioni sull’assenza in aula del segretario sostituito dalla dirigente Gemma Accardo, «una presenza per noi illegittima considerato che potrebbe essere la responsabile di questa situazione». Un altro momento di tensione si è registrato quando l’altra componente del gruppo dem di opposizione Eugenia D’Angelo ha definito «incompetente» l’assessore al Bilancio, Francesca Sagliocco, con una nuova sospensione dei lavori. A tenere banco, oltre a Santulli e D’Angelo, i consiglieri di opposizione Alfonso Oliva, Gianluca Golia, Giuseppe Stabile, Luisa Motti e Clotilde Criscuolo.

Parole di fuoco da tutti. Parole che, però, non hanno scalfito i 12 consiglieri di maggioranza (in verità, ad eccezione di Federica Turco) che sugli argomenti in discussione non sono mai intervenuti (Forleo e Alma lo hanno fatto per questioni personali) lasciando la parola al sindaco Alfonso Golia e all’assessora Sagliocco. Un esempio di allineati e coperti da parte di una maggioranza che di fatto tale non è poiché i 24 consiglieri sono equamente divisi, 12 e 12, tra maggioranza e opposizione e a fare la differenza è il voto del sindaco Golia che, in pratica, si mantiene da solo sulla poltrona di primo cittadino. – continua sotto –  

«Abbiamo avuto ragione su tutto. Abbiamo discusso – ha dichiarato a margine dei lavori Santulli – delle prescrizioni della Corte dei Conti. Non vollero riconoscere e governare il pre-dissesto, allora, nel 2020, con contabilità approssimative, non corrette. Si va incontro ad un dissesto certo. Infatti, il piano di riequilibrio finanziario che propongono è soggetto ad una doppia procedura di approvazione in quanto viene prima adottato e poi approvato. Con la prima deliberazione del Consiglio si procede ad una dichiarazione implicita di sussistenza di uno stato di dissesto ai sensi del 243 – bis Tuel. Già quanti hanno approvato i bilanci per i quali la Corte dei Conti ha fatto le prescrizioni si sono esposti a eventuali rischi sul piano personale. Ancora oggi, però, le proposte e le delibere presentate dall’Amministrazione, continuano a riportare dati non corrispondenti alla realtà, pertanto, quanti non le valuteranno obiettivamente, approvandole, possono incorrere in rischi importanti».

La seduta è servita anche alla consigliera comunale Clotilde Criscuolo a spiegare il perché del suo passaggio all’opposizione: «Io non votai il bilancio di previsione: fu una scelta sofferta e difficile. E’ vero che siedo in consiglio comunale in base ad un accordo politico. C’è chi si è fidato di questo accordo, lasciando il posto da consigliere per entrare in giunta. Quando si fa parte di una squadra, si deve fare il bene di tutta la squadra. Ma nessuno mi aveva detto che dovevo far finta di non vedere e non sentire. Quando io ho votato contro, mi è pesato, perché ho sentito di aver tradito un accordo. Ma avrei dovuto tradire la mia morale e la mia etica. Dopo quel voto contrario, continua, «mi sono sentita e mi sono vista col sindaco. Avevo pensato di poter ripartire su basi diverse. In realtà, questo è durato fin quando ad ottobre apprendiamo dai giornali di un’indagine della Corte dei Conti che andava avanti dal mese di aprile. Nessuno ha avuto la bontà e la correttezza di informare tutto il Consiglio comunale di quello che stava accadendo. In quei mesi siamo stati portati in Consiglio ad approvare due documenti contabili sbagliati. Il sindaco e l’assessore dicono che l’amministrazione non poteva sapere. Da tre anni questa amministrazione sta cercando la verità dei conti; avete fallito, perché la verità ce la dice la Corte dei Conti. Voi dovevate sapere. Quando andate a predisporre il rendiconto avete l’obbligo di verificare il fondo crediti di dubbia esigibilità degli anni precedenti. E mi pare logico che questo lavoro non è stato fatto».

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