Aversa, Fridays For Future torna in piazza il 25 marzo: “Basta cementificazione”

di Redazione

Aversa (Caserta) – Il movimento “Fridays For Future Aversa” torna in piazza, insieme alle altre realtà locali ambientaliste e impegnate nel sociale, per chiedere ancora una volta giustizia sociale, climatica e ambientale. Appuntamento venerdì 25 marzo, davanti alla casa comunale. – continua sotto –

Ecco i propositi del movimento che si rivolge non solo alle autorità di governo nazionale ma anche all’amministrazione comunale in vista dell’approvazione del Puc, sottolineando il “no alla cementificazione”: «Negli ultimi anni, soprattutto a partire dal 2019, molti sono stati gli impegni presi dai governi per diminuire e abbattere progressivamente le emissioni di CO2. La realtà però parla più forte degli annunci, e ci dice che stiamo andando a sbattere, senza neanche provare a frenare, dritti-dritti contro un muro. Le emissioni continuano ad aumentare e, come sostiene il segretario generale dell’Onu António Guterres, ci condurranno di questo passo verso un’immane catastrofe.

Il carbone e i combustibili fossili stanno soffocando l’umanità, come ci dice l’ultimo rapporto Ipcc, e sono proprio questi uno dei moventi determinanti gli eventi bellici degli ultimi anni. Con la crisi climatica «gli spazi abitabili si restringono, le risorse diventano più scarse, e le ingiustizie diventano più profonde, non solo tra nord e sud ma anche tra le generazioni», come afferma il sociologo tedesco Welzer, con parole affini a quelle del gruppo di ricerca guidato da C.P. Kelley, che ha osservato come anche la guerra civile in Siria sia peggiorata nelle sue condizioni proprio a causa dei cambiamenti climatici.

Come Movimento siamo apertamente schierati contro le guerre, e prendendo in considerazione gli ultimi eventi, come il conflitto russo-ucraino, siamo in linea di continuità con il pensiero degli attivisti Ucraini, Russi e di tutto il mondo. Rigettiamo con forza l’occupazione ucraina da parte della Russia, e denunciamo come l’attuale modello di gestione delle relazioni internazionali sia per natura conflittuale, individuando errori anche da parte dell’Occidente e il costante desiderio di prevaricazione, che muove tutte le grandi potenze globali. Stringendoci (in modo benevolo) intorno a quanti sono in questa morsa, non possiamo rimanere inermi, e non evidenziare come tanto l’origine quanto l’esito dei recenti eventi bellici siano fortemente legati alla nostra dipendenza dai combustibili fossili, che non hanno fatto che creare polarità nei rapporti internazionali, tensione tra le realtà globali, e disuguaglianze profonde. Vogliamo un sistema globale ed internazionale che non si basi più sulle differenze ed il loro uso strumentale nei conflitti, come stiamo vedendo negli ultimi tempi, ma sull’uguaglianza e sulla cooperazione dei popoli. – continua sotto –

Tutte queste sono istanze e posizioni che sentiamo non esser considerate a pieno dall’attuale Ministero per la Transizione Ecologica, che ben ha deciso di indire l’apertura di percorsi scolastici TeD, che non faranno altro che contribuire alla settorializzazione dei Saperi e alle disuguaglianze. Sentiamo infatti, che la transizione ecologica sia di tutti, e debba riguardarci, nessun escluso, dal Miur all’attuale ministro degli Esteri Di Maio, che non considera l’impatto del Gas, ma ben decide di contrattare con l’Algeria. La transizione deve riguardare tutti, perché le energie rinnovabili sono una via possibile, ed una strada concreta. La transizione è di tutti, come la giustizia, come la Terra, che vogliamo per il 99%, e non per quell’1% della popolazione che inquina eccessivamente rispetto al resto, e che pur avendo una responsabilità immensa, non frena i suoi delitti vivendo nel privilegio. È anche per queste ingiustizie che scenderemo in piazza ad Aversa, che negli ultimi tempi soffre di folli decisioni rispetto a quel poco verde rimasto tra tonnellate di cemento.

Chiediamo, e chiederemo, al sindaco una maggiore trasparenza e considerazione dei rischi possibili per la cittadina, qualora si decidesse di cementificare anche le ultime aree verdi standard, in balia di un Puc fantasma, e di un principio di consumo suolo zero sempre più latente. Demolire e ricostruire non sono in ossequio a questo principio, e ci portano a vedere una città sempre più grigia, e sempre più soffocata, poiché queste azioni contribuiscono alle emissioni di CO2, che vanno a sommarsi al tasso sempre più alto di PM10 rispetto ai nostri capoluoghi di provincia. Siamo la quarta città più inquinata in Campania, 17esima con suolo più consumato in Italia. Questi dati, che sono allarmanti, vanno a sommarsi alla già precaria realtà della Terra dei Fuochi, dalla cui macchia non siamo esenti. Non solo i roghi, ma anche il cemento e l’assenza di verde fanno ammalare, e lo sappiamo bene.

Vogliamo una città più sostenibile, più verde, non vogliamo parcheggi, ma infrastrutture funzionanti, ma soprattutto esistenti, che siano alternativa ai mezzi privati. Per parcheggiare tutte le vetture immatricolate (in base agli ultimi dati del 2006) di Aversa non basterebbero ben 16 parchi Pozzi. Pertanto, non chiediamo riduzioni di flussi d’auto in entrata di tutto l’agro aversano in forma di strisce blu, ma un piano di viabilità che sia sostenibile. Non vogliamo cinte di trasporti intorno alla città, un ulteriore sperpero di denaro pubblico e deposito di cemento, ma un impiego razionale dei fondi del Pnrr, che abbracci le esigenze anche dei comuni limitrofi. Aumentare il numero di strade, come ogni urbanista coscienzioso sa, ma evidentemente non qui in giunta comunale, non fa altro che aumentare anche il numero di emissioni ed inquinamento da auto, ma anche dalla costruzione delle strade! Vogliamo 50 milioni per mezzi pubblici, non per strade trafficate che contribuiscono ad ammalarci. Non è possibile piantare alberi o intitolare slarghi di asfalto ai morti di tumore, e contribuire con queste velleità alla morte di tutti noi. Vogliamo un’alternativa alla morte che non sia l’esodo verso altri lidi più verdi. – continua sotto –

È una follia dichiarare rispetto del principio di consumo suolo zero, mentre poi si decide di cementificare aree verdi, a scapito della loro predisposizione naturale e i servizi garantiti alla comunità. Rinveniamo ponteggi e cantieri ormai ovunque, non considerando come Aversa si sia scaldata di 2 gradi negli ultimi cinquanta anni, e lo farà sempre più per i cambiamenti climatici. In quale parco di cemento andremo a ripararci quando in città farà ormai troppo caldo? Ci chiediamo che considerazione abbiano ricevuto l’ormai vetusta dichiarazione di emergenza climatica (2019), sottoscritta dall’attuale sindaco, ed anche la rinomata delibera “Aversa Plastic Free”. Queste scelte trascurate non sono più rinviabili. Si tratta del nostro futuro, che diventa sempre più incerto e precario, come se già non lo fosse abbastanza.

Sindaco, comprendiamo il peso della sua carica, e le decisioni da prendere in un contesto difficile dove effettivamente lo stato centrale spesso latita, ma allo stesso tempo non comprendiamo il totale abbandono delle politiche ambientali. Proprio lei, che si è dimostrato aperto all’ascolto, deve ascoltare fino in fondo i bisogni di noi cittadini, o individui che arrivano ad Aversa per servizi che questa concentra in sé. Aversa pullula di invisibili che volontariamente la popolazione ignora, e che saranno le prossime vittime, oltre all’atmosfera ed il suolo, delle sue infinite dimenticanze, e delle aggressive imposte d’affitto che aumenteranno insieme ai valori immobiliari degli edifici del nostro centro storico. Siamo arrabbiati, non lo neghiamo, perché molti di noi ancora in Fridays For Future, sono andati via da questo posto ormai sempre più invivibile ed ingestibile. Per queste ed altre domande attendiamo risposte, oracoli, come negli ultimi anni, ed è per questo che invitiamo la popolazione tutta di Aversa e le limitrofi a scendere in piazza con noi il 25 marzo».

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