Traffico di rifiuti da Campania a Nord Italia, il plauso del PolieCo all’operazione “Feudo”

di Redazione

“Un plauso e profonda gratitudine per il lavoro svolto dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano e dai Carabinieri Forestali di Milano, Lodi, Pavia, Napoli, Reggio Calabria e Catanzaro che ha consentito di portare alla luce una radicata attività illecita di gestione dei rifiuti”. Così il direttore del consorzio nazionale PolieCo, Claudia Salvestrini, interviene sull’operazione “Feudo” che oggi ha condotto agli arresti di 11 persone coinvolte in un traffico illegale dalla Campania al Nord Italia e alla Calabria (guarda il video).

Sul rischio di una costante e sempre più subdola infiltrazione delle mafie nel settore dei rifiuti, si era parlato al Forum internazionale sull’economia dei rifiuti, che ogni anno Polieco promuove a Ischia. Proprio nell’ultima edizione del Forum, nella sessione dedicata al focus dei magistrati in prima linea nel contrasto al traffico illecito dei rifiuti, il pubblico ministero della Dda di Milano, Silvia Bonardi, aveva riacceso i riflettori sui roghi nei capannoni della Lombardia. Da un lato l’incendio del capannone di Corteolona di Genzone, in provincia di Pavia, nel quale sono bruciati, per natura dolosa, circa 4mila metri cubi di rifiuti speciali, stoccati abusivamente.

“L’indagine ha fatto emergere una vasta attività di traffico di rifiuti che aveva trovato proprio nel capannone di Corteolona – aveva affermato Bonardi al Forum – l’anello terminale in quanto discarica del tutto abusiva ove venivano illecitamente stoccati rifiuti provenienti dalla bonifica dell’impianto industriale di un’azienda cartaria in fallimento”. Dall’altro lato, i due episodi verificatisi la notte del 14 ottobre 2018 nell’impianto della Ipb srl di Milano, in via Chiasserini, e l’altro nell’impianto Rieco srl (ora A2A Recycling) di Novate Milanese.

L’operazione, scaturita dall’indagine coordinata proprio dal sostituto procuratore Bonardi e dall’aggiunto della Dda milanese Alessandra Dolci, era stata anticipata da una lucida analisi. “La portata del fenomeno, che interessa tutte le regioni settentrionali – aveva affermato infatti Bonardi – lascia ipotizzare il coinvolgimento di soggetti legati alla ‘ndrangheta, tenuto conto dell’estremo interesse del crimine organizzato verso un’attività illecita che garantisce lauti guadagni, l’ampliamento della rete relazionale attraverso i contatti con un’imprenditoria già borderline e un trattamento sanzionatorio “mite”.

Un allarme, quello sull’infiltrazione della ‘ndrangheta nel settore della gestione dei rifiuti, lanciato in occasione del Forum anche dal magistrato della Direzione nazionale antimafia, Eugenia Pontassuglia: “Sappiamo di aziende mafiose che apparentemente rispettano le leggi ma che sono in realtà, costituite da persone che fanno riferimento a storici esponenti della criminalità organizzata. Abbiamo evidenze che ci consentono di dire che la mafia calabrese, siciliana e campana opera nel settore dei rifiuti”.

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