Sicilia, rubavano carburanti da base di Sigonella e raffinerie: arrestati

di Redazione

Tra le province di Siracusa e Catania, i carabinieri del comando provinciale di Siracusa e della Compagnia Aeronautica Militare di Sigonella, supportati dai colleghi del comando provinciale di Catania, hanno tratto in arresto 8 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata ai reati di furto e ricettazione. Il sodalizio criminale era dedito alla commissione di furti aggravati di idrocarburi a danno degli oleodotti di collegamento tra la Stazione di Spinta “Nato” situata ad Augusta, in Contrada San Cusumano, e quella della Base di Sigonella, nonché delle raffinerie “Sasol Italy spa” di Augusta e “Isab” di Priolo Gargallo. Ingenti i profitti prodotti nella commercializzazione illegale del carburante avio asportato che, opportunamente miscelato con altri componenti, veniva riciclato per l’autotrazione di mezzi terrestri.

L’operazione, denominata “Black Gold” (“Oro Nero”), ha fatto luce su vari episodi criminosi, tutti accomunati dallo stesso modus operandi secondo il quale i componenti dell’associazione, tecnici, idraulici e autotrasportatori, dopo aver noleggiato auto e utilizzando cellulari a basso costo con schede telefoniche intestate a ignari extracomunitari, così da eludere le attività investigative, una volta individuato il punto più idoneo dove effettuare l’estrazione, praticavano delle buche nel terreno perforando gli oleodotti per rubare gli idrocarburi. Nella maggior parte dei casi tali operazioni si eseguivano in aree rurali impervie e difficoltose da raggiungere nelle quali, dopo una prima fase propedeutica costituita da un accurato sopralluogo inteso ad individuare il punto idoneo, veniva poi posizionata una ganascia metallica dotata di valvola regolabile (in gergo denominata “cravatta”) che veniva collocata sulla condotta per trasferire il carburante in autobotti (anch’esse rubate) o cisterne di plastica.

Dopo aver effettuato l’operazione, provvedendo anche a realizzare scavi fino a due metri di profondità per raggiungere l’oleodotto, i malviventi procedevano all’estrazione di cherosene JP5 Jet Propellant (carburante per uso aereo) in danno delle amministrazioni militari italiana e statunitense, nonché delle industrie petrolchimiche locali. Nel corso dell’indagine, è stato accreditato il fraudolento impossessamento di più di 200mila litri di carburante per un danno stimato di circa 170mila euro, in più causando un danno economico per il continuo ripristino degli impianti danneggiati e la bonifica delle aree interessate dagli sversamenti di idrocarburi, che ha raggiunto quasi il milione di euro.

Per la pericolosità dell’azione criminale del sodalizio, oltre ai reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e ricettazione, è stato imputato il reato di distruzione e sabotaggio di opere militari poiché, mediante le perforazioni che compivano, i componenti del sodalizio, rendevano in parte inservibili le condutture usate per il servizio delle Forze Armate interessate, nonché il reato di inquinamento ambientale poiché è stato stimato uno sversamento di circa 30mila litri di carburante che causava il deterioramento del suolo e del sottosuolo.

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