Aversa, caos al Pronto Soccorso. Un medico: “Sto qui da 40 anni e mai nulla è cambiato”

di Nicola Rosselli

«Sono arrivato all’ospedale di Aversa quasi quaranta anni fa e c’era il problema dell’organico del Pronto soccorso. Oggi, dopo quaranta anni, nulla è cambiato». A parlare un dirigente medico del presidio ospedaliero “San Giuseppe Moscati” di Aversa, che aggiunge: «Un ospedale dovrebbe erogare un servizio, il nostro riesce a garantire solo un minimo di emergenza». Dal 15 marzo sorso è ancora allarme Pronto soccorso al nosocomio aversano dove hanno abbandonato ben cinque medici in blocco perché vincitori di concorso all’Ospedale del Mare di Napoli.

Attualmente, quindi, a fronte dei 29 medici e 50 infermieri previsti dal decreto regionale 67/2016, che ha recepito il piano di fabbisogno del personale rapportandolo agli accessi dei pazienti, sono in servizio solo 10 medici e 30 infermieri. Un numero assolutamente inadeguato se si tiene conto delle prestazioni erogate dal pronto soccorso del presidio ospedaliero normanno.

«Per ovviare a questa situazione che crea un palese ed evidente disagio al pronto soccorso – ha dichiarato il dirigente nazionale della Federazione Italiana Autonoma Lavoratori della Sanità (Fials), Salvatore Stabile – la responsabile del nosocomio aversano ha dato vita ad una serie di disposizioni di servizio interne che, disponendo il trasferimento temporaneo di personale da altri reparti al pronto soccorso, non fa altro che fare andare in affanno anche questi reparti che, nello specifico sono quelli di Medicina e di Chirurgia. Ma, in verità, poco altro poteva fare». «I numeri, ancora una volta, evidenziano – continua Stabile – che la direzione strategica dell’Asl di Caserta non ha organizzato concorsi nonostante i sindacati tutti, e la Fials in particolare, lo abbiano chiesto da tempo. Così facendo, infatti, si sarebbe avuto a disposizione una graduatoria dalla quale attingere ogni volta in caso di bisogno».

Il problema si acuirà a breve, quando gli addetti al Pronto soccorso dovranno usufruire dei turni di ferie estive. La programmazione di quest’ultime, infatti, in teoria, potrebbe portare alla paralisi del servizio di Pronto soccorso del Moscati. Una nota operativa dell’Asl, ma anche lo stesso contratto del comparto Sanità, prevede che entro giugno prossimo vanno comunque consumati, ossia goduti, i giorni di ferie spettanti nell’anno precedente. E se a questo si aggiunge anche che, grazie a quota cento, sempre come viene riferito da fonte sindacale, nell’intera Asl di Caserta, entro fine anno 2019 andranno a casa duecento persone circa, si capisce come sia l’intera sanità casertana ad essere al collasso e non solo il pronto soccorso del nosocomio normanno.

Accanto al problema dei medici e degli infermieri mancanti in quello che è il secondo Pronto soccorso della Regione Campania per numero di pazienti curati e per prestazioni erogate dopo quello del Cardarelli di Napoli, continua a persistere il problema della sicurezza. A fronte di un bacino che comprende sia comuni dell’Agro Aversano che dell’hinterland settentrionale di Napoli, e dei continui atti di violenza contro medici, infermieri e vigilantes, oramai dallo scorso autunno è stato completamente chiuso il drappello di Polizia di Stato che garantiva l’ordine pubblico in una zona dell’ospedale da sempre sottoposta a continue pressioni. A fare le spese della maleducazione e della violenza dei familiari dei pazienti sono stati, da sempre, come le cronache ricordano, sia medici che addetti. Eppure, il drappello era stato ottenuto grazie all’opera di persuasione dell’allora parlamentare aversano Lucio Romano e del consigliere regionale e presidente della commissione consiliare sanità, Stefano Graziano.

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