Roma, usurai sequestrano uomo per un debito non pagato: 4 arresti

di Redazione

Quattro persone sono state arrestate a Roma per sequestro di persona a scopo di estorsione. La vittima è un imprenditore romano, che aveva ottenuto nel mese di luglio del 2017 un prestito iniziale di duemila euro, lievitato fino a 369mila euro con un tasso iniziale del 30% entro un mese. Non riuscendo a pagare le rate del prestito, con tassi d’interesse che avevano raggiunto il 100%, l’uomo era stato prelevato dalla propria abitazione il 14 gennaio e tenuto segregato per due giorni prima in un appartamento e poi in un hotel. L’imprenditore era stato costretto a contattare amici e conoscenti per farsi consegnare circa 200mila euro.

Grazie alle indagini dei carabinieri la vittima è stata individuata mentre, a bordo della propria auto e sotto il costante controllo di uno dei sequestratori, aveva momentaneamente lasciato il luogo in cui era tenuto rinchiuso per andare a prendere del denaro. Le immediate successive indagini hanno consentito di risalire agli altri coinvolti nel sequestro: si tratta di due coniugi titolari di una macelleria, Stefano Fabio e Maura Broglia, del quartiere Ardeatino, del fratello del commerciante, Fabrizio Fabio, e di un pugile professionista, Emiliano Tagliavini. I tre sono stati trovati in possesso di diversi titoli di credito, appunti riconducibili all’attività usuraria e sette dipinti di valore, che il libero professionista era stato costretto a consegnare a garanzia del prestito usurario.

I carabinieri compagnia Eur hanno quindi arrestato tre dei sequestratori in flagranza di reato, e sottoposto a fermo perché indiziato di delitto il quarto. I tre uomini si trovano ora a Regina Coeli mentre la donna nel carcere di Rebibbia. I quattro sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di sequestro di persona a scopo di estorsione, usura ed estorsione.

“Ogni ora che passa io sono finito, non ce la faccio ad arrivare fino a domani, oggi mi massacrano di botte, non ce la faccio più a prendere botte, ho tutto il visto rovinato”. E’ quanto affermava al telefono l’imprenditore. L’intercettazione, riportata nell’ordinanza di arresto a carico di quattro persone, risale proprio ai giorni in cui la vittima è stata tenuta segregata. “Se non mi aiuti – prosegue al telefono – mi vedrai morto”.

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