Cimitero, l’inefficienza dell’impianto elettrico aveva una soluzione ma…

di Antonio Arduino

Aversa – Impianto elettrico del cimitero a rischio ma l’inefficienza poteva essere risolta da tempo, salvaguardando il posto di lavoro dei due dipendenti della ditta Rocco che ha gestito rimpianto fino dicembre 2013. Sarebbe bastato che l’amministrazione avesse preso in considerazione le segnalazioni arrivate dai responsabili del servizio.

Stando alla documentazione arrivata per mail in modo anonimo, in una nota trasmessa al dirigente comunale dei servizi cimiteriali, all’assessore competente e al sindaco, il 10 gennaio 2014 veniva segnalato sia lo stato precario dell’impianto che, tra l’altro, sembra essere estremamente pericoloso per il passaggio della linea a 380 Volt esattamente sopra la cappella madre, cosicché una rottura accidentale, causata ad esempio dal maltempo, potrebbe creare un grosso problema, sia la necessità di stabilizzare i dipendenti della ditta Rocco.

Nella nota era esplicitamente scritto: “E’ evidente l’obiettiva difficoltà in cui versa la struttura cimiteriale, si consideri che quotidianamente per le salme che il cimitero accoglie, le famiglie richiedono l’allaccio della lampada votiva. Pur assicurando il servizio i dipendenti (più esattamente gli ex dipendenti della ditta Rocco ndr) non posso più demandare ai loro ex uffici le stipule di contratti e del canone in assenza di un regolare servizio. Frequentemente sono necessari interventi manutentivi all’intero impianto che sono stati fin’ora assicurati a titolo gratuito dagli e dipendenti della ditta Rocco utilizzando i materiali ancora disponibili nelle giacenze di magazzino”.

Considerando che la sospensione del servizio avrebbe creato disagi all’utenza i responsabili del settore segnalavano la necessità di intervenire per normalizzare la situazione, aggiungendo: “E’ inutile evidenziare che i due dipendenti sono addetti a questo servizio da oltre un ventennio, ciò comporta la conoscenza diretta di tutto il sistema impiantistico della struttura a cui consegue rapidità e professionalità degli interventi”.

Questo per sottolineare la necessità di salvaguardare i livelli occupazionali nel caso in cui fosse stato affidato ad altra ditta il servizio, cosa che sarebbe stata possibile indicendo un bando pubblico nel quale fosse stata prevista la clausola sociale, consentita dalla legge, per la salvaguardia del posto di lavoro così come è avvenuto, ad esempio, per il servizio di igiene urbana con l’utilizzazione degli operatori della Geo Eco con l’attuale società.

Per tutta risposta l’amministrazione, con delibera di giunta numero 56 del 11 marzo 2013, decideva la presa in consegna dell’impianto per poterlo gestire direttamente senza, però, prevedere la tutela dei due posti di lavoro per i quali furono approvate due delibere di affidamento provvisorio ad una ditta creata dai due ex dipendenti Rocco, la prima il 16 aprile 2014 della durata di sei mesi con una spesa di 40mila euro, la seconda il 31 dicembre 2014 prevedendo una spesa di 20mila euro senza però indicare la durata dell’impegno così che si potrebbe pensare la società nata per ottenere l’affidamento del servizio avrebbero dovuto lavorare fino ad esaurimento della somma stanziato dalla Giunta.

Senza voler entrare nel merito della legittimità di questi affidamenti, sembra evidente che i responsabili del servizio cimiteriale abbiano voluto tutelare i posti di lavoro sollecitando l’amministrazione ad intervenire, cosa che è stata fatta preparando persino una bozza di capitolato d’appalto per una futura gara. Inserendo la ‘clausola sociale’ di salvaguardia dei livelli occupazionali attuata in altri comuni del circondario per analoghe situazioni.

Pertanto, se il problema sussiste ancora oggi gli unici responsabili sarebbero i politici che non avrebbero saputo gestire quella che è un’emergenza da circa vent’anni perché, chi ha buona memoria, ricorda che l’ampliamento del cimitero e la messa a norma dell’impianto elettrico ha fatto parte dei programmi elettorali di tutte le amministrazioni comunali che si sono susseguite dal 1992 in poi.

Probabilmente, oggi, approfittando dell’assenza della politica che complica sempre le cose, grazie ai veti incrociati, forse la presenza di un commissario prefettizio che assume i poteri di sindaco, giunta e consiglio comunale l’intervento sarebbe possibile basterebbe volerlo fare per dare la dignità dovuta al luogo in cui tutti siamo destinati ad abitare.

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