Cagnolina stuprata ad Aversa, si cercano i responsabili

di Livia Fattore

Aversa – Potrebbero essere le telecamere di videosorveglianza del Comune a dare un volto al maniaco (o ai maniaci) che nella mattinata di sabato scorso, 23 gennaio, ha seviziato la povera “Fritella” (guarda articolo e video). Questo il nome della meticcia tipo golden retriever, che ora è al sicuro, in convalescenza presso la sezione Lega Nazionale per la Difesa del Cane, sotto le amabili cure della responsabile locale Emma Gatto. Una corsa contro il tempo, però, considerato che le immagini si autocancellano dopo sette giorni, per cui l’appello che in molti rivolgono alla polizia municipale che ha in gestione l’impianto.

Intanto, la notizia dello stupro della cagnetta, regolarmente registrata come cane di quartiere adottata dalla locale Lega del Cane, ha fatto il giro del Paese non solo grazie al web. A riportarla anche le prime pagine di diverse testate nazionali e sono stati in molti a voler far sentire il proprio raccapriccio e la vicinanza alla malcapitata, spendendo durissime parole nei confronti degli autori di un gesto che può trovare lapropria giustificazione solo in una malattia mentale da parte di chi l’ha compiuto.

Emma Gatto, aversana, presidente regionale della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, ha dichiarato: “Noi di Aversa ci attiveremo, attraverso i giornali locali e tramite l’affissione di manifesti pubblici, per chiedere la collaborazione di tutti per risalire a chi si è macchiato di questo crimine allucinante. È importante che la gente stia all’erta perché la violenza nei confronti degli animali, come testimoniano studi internazionali di diverse Università e anche i rapporti dell’Fbu, è un campanello d’allarme che segnala soggetti sociopatici che usano questi atti come una sorta di palestra per poi passare alla violenza sugli altri esseri umani”.

La cagnetta fu notata, con una copiosa emorragia in corso, nel giardinetto di un bar sabato mattina. Immediati i soccorsi prima del servizio veterinario dell’Asl e, successivamente, a causa delle gravi condizioni riscontrate, dei sanitari dell’Ospedale Veterinario Frullone di Napoli dove emerse la raccapricciante verità. Il cagnolino era stato vittima di abusi sessuali.

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