Tribunale di Napoli Nord al collasso, l’allarme di Pasquale Giuliano

di Livia Fattore

Aversa – Nella perdurante e ormai cronica crisi della giustizia, il caso del Tribunale di Napoli Nord, ormai sull’orlo del collasso, rischia di diventare la fotografia di un fallimento, sul quale, peraltro, incominciano a pesare gli inquietanti sospetti di una volontà di provocarlo per affossare la neo-istituita struttura.

Non lo dice chiaramente, ma qualche frecciata in tale direzione la lancia, l’ex senatore Pasquale Giuliano, già sottosegretario alla Giustizia, che è considerato il “padre” del nuovo Tribunale, per averlo fortemente voluto e per essersi battuto contro tutto e tutti per portarlo ad Aversa.

Senatore, allora è proprio così grave la situazione del Tribunale di Napoli-Nord? 

Si, ora è diventata proprio drammatica. Era legittimo attendersi che per il nuovo Tribunale ci sarebbe stata una sorta di nobile gara, con uomini, mezzi e strutture, per renderlo subito funzionante e farlo diventare l’esempio ed il riferimento di una Giustizia efficiente, specie su un territorio come il nostro. Insomma poteva essere, e forse siamo ancora in tempo perché lo diventi, il riferimento e l’icona di un rinnovamento e di una rinascita.

…ed invece ? 

Ed invece così non è stato e così non è. Basta guardare i numeri. Dopo ormai più di un anno dalla sua istituzione, siamo ancora ad una copertura dei magistrati del 70 per cento e, cosa scandalosa e che inquieta, una copertura di appena il 20 per cento del personale amministrativo. Come può un Tribunale che ha 6 funzionari giudiziari su un organico di 38, 11 cancellieri su un organico di 24 e 24 assistenti su un organico di 44 diventare “credibile” e dare risposte di giustizia? Come si può, con questi numeri, amministrare una pendenza del settore civile che ad oggi è di ben trentamila processi? Quali prospettive vi possono essere per le trentamila procedure a modello 21 e 44 della Procura della Repubblica, destinate in gran parte a passare nei mesi prossimi al Gip e alle sezioni dibattimentali? Perché non si è ancora completato l’Ufficio Unep? Ed i lavori per l’aula-bunker, per la quale sono stati stanziati ben 5 milioni di euro, perché non sono iniziati? E qui potrei fare ancora un lungo elenco di inefficienze, che svilisce e mortifica gli sforzi di quanti, magistrati, personale amministrativo ed avvocati, con grande spirito di sacrificio, stanno facendo per “resistere” in maniera più che dignitosa in quella che ormai è diventata una trincea. 

Ma questo quadro non è comune ad altri Uffici giudiziari

Non in tali scoraggianti ed avvilenti dimensioni. Anzi, è proprio questo l’interrogativo che va posto. Non intendo aizzare una lotta tra “poveri”, ma in altri uffici giudiziari che hanno pendenze assolutamente inferiori a Napoli-nord e scoperture ridotte si è intervenuti con “generosità”. Questo non è avvenuto e non avviene per Aversa. E allora si può nutrire il sospetto che il nostro Tribunale stia pagando risentimenti, contrasti e rivalse che nulla hanno a che fare con una sana politica giudiziaria. Che avrebbe avuto ed ha il dovere di sostenere con tutte le forze e le risorse possibili, o da creare, un ufficio giudiziario che è tra i primi cinque d’Italia. Se con la riforma della geografia giudiziaria, quello di Aversa è stato l’unico neoistituito tribunale, si aveva e si ha il dovere, per dare significato e sostanza ad una siffatta autorevole investitura, di supportarlo in tutti i modi possibili, anche con misure straordinarie. E ciò, ora, deve avvenire con urgenza, anche per la necessità di allontanare il sospetto  che  Napoli-nord sia diventato un terreno di scontro e che il suo ritardato decollo sia strumentale per assecondare le miserande mire di rivalsa di chi ancora coltiva l’illusione di un  suo smembramento. 

Ma quali sono i rimedi praticabili? 

Ce ne sono. Innanzitutto, nell’emergenza, bisognerebbe privilegiare un Ufficio che, come quello di Aversa, più di tutti si trova in una situazione di grandissima difficoltà. Si potrebbe, poi, ricorrere, oltre che all’impiego immediato del personale delle “riformate” Province, alle assunzioni straordinarie di vincitori ed idonei di altri concorsi espletati presso diverse amministrazioni pubbliche. Cosa, ad esempio, che è già avvenuta presso il tribunale di Napoli. Si può, ancora, modificare quello “strano” ed incomprensibile provvedimento che ha disposto l’assunzione di 95 funzionari dell’istituto per il commercio per l’estero che sono stati però dirottati presso altri uffici giudiziari della Campania ad eccezione di quello di Aversa, che ha pendenze di gran lunga superiore rispetto a tutti. 

C’è speranza di ottenere tutto questo? 

E perché non dovrebbe esserci? Abbiamo il diritto-dovere di pretenderlo. Lo si deve anche ad una Città che, come Aversa, ha spalancato le porte al nuovo Tribunale ed ha impegnato con coraggio e generosità risorse a piene mani. Certo, occorre intraprendere una ‘battaglia’ forte e determinata in cui la politica, sinora titubante e flebile, deve essere trainante ed affiancarsi agli ordini professionali, che, per la verità, da tempo stanno facendo sentire la loro voce. In questo, troveranno sicuramente il sostegno autorevole dei dirigenti e di tutto il personale del Tribunale e della Procura della Repubblica, che vivono quotidianamente un disagio che diventa anche esistenziale.

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