NAPOLI. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, si è recata lunedì mattina in visita al carcere di Poggioreale. ![]()
Nella casa circondariale napoletana, una delle strutture più affollate dItalia, il ministro ha toccato con mano il dramma dei detenuti, costretti in condizioni spesso inumane, a causa del sovraffollamento. Proprio il ministro, in una intervista rilasciata al Mattino su Napoli aveva dichiarato: Ma è possibile che a Napoli la legalità, il concetto del rispetto delle regole, talvolta di quelle più elementari, resti perennemente un argomento sul quale dibattere? E come se tutto scivolasse addosso alle coscienze della stragrande maggioranza dei napoletani, persino di quelli più illuminati e consapevoli. Per contrastare la microcriminalità serve uno scatto di orgoglio vero, che deve essere trasversale e non restare sempre circoscritto nellorticello delle cosiddette persone perbene, afferma Severino.
Quando penso che in Sicilia, dopo gli attentati tragici culminati nella morte di Falcone e Borsellino, vi fu un moto spontaneo che partendo dal basso seppe creare un clima nuovo, e quando vedo che a Napoli è invece ancora notte fonda rispetto a tale presa di coscienza forte nel dire no a ogni forma di criminalità e di violenza, allora resta poco da aggiungere, osserva il ministro. Eppure non si può legare il riscatto civile e morale di un popolo a fatti di forte emotività come lomicidio di due magistrati, per svegliarsi da questo sonno. Possibile che a Napoli questa tanto auspicata primavera non arrivi mai?.
Quello che manca a Napoli, prosegue Severino, è un più rigoroso impegno delle famiglie nella formazione delle coscienze dei più giovani. Qui vedo un mezzo deserto, mentre è proprio dalle famiglie e nelle famiglie che devono nascere e devono formarsi i primi fondamentali anticorpi rispetto alla criminalità e alle sue suggestioni.
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