Tremonti: “Manovra sara’ rafforzata”. Draghi: “Nuovi tagli o aumento tasse”

di Redazione

Draghi e TremontiROMA. “Il decreto per il pareggio di bilancio sarà approvato entro venerdì” e “sarà rafforzato su tutto il quadriennio”.

Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, aprendo il suo intervento all’Assemblea dell’Abi. “Tenere in pareggio i conti vuol dire tenere il bilancio dello Stato che è molto più di un misterioso provvedimento di ragioneria. Il bilancio dello Stato lo fa un gruppo limitato di persone, lo firma un gruppo limitato di persone, lo approva un gruppo limitato di persone: si autodefinisce. Nel denominatore invece trovi i Tar, i Verdi, ideologie politiche, l’azione dei lavoratori e degli imprenditori”. Intanto, l’agenzia di rating Fitch, in una nota diffusa mercoledì, dice che la manovra è coerente con gli obiettivi indicati nel giudizio di rating AA.

CRISI EMERCATI. “Abbiamo sotto tensione i mercati in questo momento e se guardiamo agli spread abbiamo più o meno il 40% dell’area euro. E dico questo non per liberarmi dalla responsabilità, ma per dire che il problema non è del Paese, ma è della struttura complessiva dell’architettura europea”. E sulle crisi dice come “vengano dal passato e non si ripeteranno più in futuro perché tutti in Europa cercano di ridurre il loro bilancio. Emblematico è il caso della Grecia, dove la crisi si rivela sistemica e non domestica”. E ancora: “Tutto quello che ha causato la crisi c’è ancora. Non sono state applicate le nuove regole, sono stati tre anni persi”.

FIDUCIA ALLA CAMERA. Il governo porrà la fiducia sulla manovra alla Camera. A confermarlo i capigruppo di Pdl e Lega, Fabrizio Cicchitto e Marco Reguzzoni. “Il governo – ha spiegato al termine della capigruppo Reguzzoni – porrà la fiducia e l’opposizione voterà contro ma la manovra passerà perchè la maggioranza è solida e coesa”. Anche Cicchitto ha confermato che “il governo alla Camera porrà la fiducia sulla manovra”.

DRAGHI: “NUOVI TAGLI O BISOGNA AUMENTARE TASSE”. Le tasse rischiano di aumentare se non ci saranno altri tagli alla spesa pubblica con la manovra economica. È il richiamo lanciato dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, secondo cui “avendo anticipato le usuali scadenze occorre definire in tempi rapidissimi il contenuto delle misure ulteriori volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. A questo soprattutto guardano oggi i mercati. Esistono rischi – ha sottolineato – che questi provvedimenti distorcano l’impianto della correzione, opportunamente basato sostanzialmente su tagli delle uscite”. “Se non si incide anche su altri voci di spesa – ha aggiunto Draghi all’assemblea annuale dell’Abi – il ricorso alla delega fiscale e assistenziale per completare la manovra nel 2013-2014 non potrà però evitare un aumento delle imposte”. L’Italia può contare su “fattori favorevoli” per proseguire sulla strada del risanamento dei conti e superare le minacce dell’emergenza. Ma deve trovare “un intento comune, al di là degli interessi particolari e di fazione”. E ancora: “Se non si incide anche su altre voci di spesa, il ricorso alla delega fiscale e assistenziale per completare la manovra nel 2013-2014 non potrà però evitare un aumento delle imposte”.Sugli spread è caustico: “Hanno raggiunto livelli visti l’ultima volta nel 2008”. Ma oggi le banche che sono intervenute “sono più sane e meno cariche di pesi morti” di allora. La conseguenza? “Alle tensioni degli ultimi giorni che hanno interessato i titoli di Stato e i corsi azionari italiani ha contribuito l’incertezza sulle prospettive della finanza pubblica”.

“SERVONO RIFORME STRUTTURALI”.Ecco perché “quelle riforme strutturali invocate per anni sono oggi ancora più essenziali”, ha avvertito Draghi nel suo intervento. Il governatore della Banca d’Italia ha ricordato che “per anni il costo del credito nelle varie parti dell’area euro non si è discostato significativamente da quello prevalente in Germania”. Inoltre “gli spread sui titoli sovrani rispetto al Bund tedesco sono rimasti a lungo su livelli modesti e i tassi praticati dalle banche hanno riflesso la credibilità di cui godevano i titoli pubblici dei paesi dell’euro”. Ma oggi, secondo Draghi, il panorama è cambiato: “Non è nè sarà più così: la solvibilità degli stati sovrani non è più un fatto acquisito ma va guadagnata sul campo con una crescita alta e sostenibile, possibile solo con i conti in ordine”. E il costo del credito “riflette oggi questa nuova condizione: è più elevato per i paesi a bassa crescita e con finanze pubbliche deboli”. Dunque “il prestito di credibilità elergito dai paesi più forti dell’area euro – ha ammonito il governatore – è venuto a scadenza: dovremo crescere senza farvi conto. Quelle riforme strutturali invocate sono oggi ancora più essenziali”.
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